Ai referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno vota SI per dire NO.
1 - Vota SI per dire NO AL NUCLEARE.
2 - Vota SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA.
3 - Vota SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè
Berlusconi non farà passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.
Sapete perché ? Perché nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum
lo scenario sarebbe drammatico per Berlusconi ma stupendo per tutti i cittadini italiani:
1 - Se passa il SI per dire NO AL NUCLEARE, BERLUSCONI NON POTRA' PIU' FARE
ARRICCHIRE I SUOI AMICI IMPRENDITORI CON I NOSTRI SOLDI E LA NOSTRA SALUTE.
2 - Se passa il SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA, BERLUSCONI
NON POTRA' FARE ARRICHIRE I SUOI AMICI IMPRENDITORI LUCRANDO SU UN BENE DI
PRIMA NECESSITA'.
3 - Se passa il SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, BERLUSCONI NON
POTRA' PIU' DIRE CHE HA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI DALLA SUA PARTE E
DOVRA' DIMETTERSI.
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E'
necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone. Secondo la
propaganda berlusconiana le cose devono andare a finire così:
1 - I cittadini si informano attraverso la Tv.
2 - Le Tv appartengono a Berlusconi.
3 - Berlusconi, per i motivi sopra indicati, non vuole che il referendum
passi.
4 - Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
5 - I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da
votare il 12 giugno.
6 - I cittadini, non andranno a votare il referendum.
7 - Berlusconi sarà contento, farà arricchire i suoi amici, si arricchirà,
resterà al suo posto.
8 - I cittadini, continueranno a prenderla nel deretano.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Passaparola!
Come fare a riconoscere un Insegnamento? Sappiate che la Conoscenza "non si compra nè si vende". Quest'ultima è nata insieme all'uomo e tutti hanno il diritto e dovere di conoscerla. La verità vi renderà infine liberi.
giovedì 7 aprile 2011
domenica 27 febbraio 2011
Il buddhismo nella vita
Quale significato intendiamo dare a "trasformare la materia"...
Può significare tutto e niente.
Ovvio che tutto si trasforma... trasformiamo l'aria che respiriamo,
il cibo che mangiamo, anche le piante che crescono dalla terra sono
una trasformazione, eccetera eccetera.
Il buddismo non c'entra molto con queste cose, spesso viene tirato
in ballo da questa strana fanta-new-age che circola molto in rete...
Il buddismo, vale sempre la pena ricordarlo, è
"semplicemente" (ma proprio semplice non è) una
disciplina che si occupa di farci soffrire
il meno possibile in questa precaria e impermanente
condizione umana. Tale "cessazione della sofferenza"
(o forse dovremmo chiamarla più modestamente
"riduzione della sofferenza") dipende non da ciò che
crediamo, o abbiamo, o facciamo, ma dall'atteggiamento
(chiamiamolo così per ora) della nostra mente.
La materia continui pure a trasformarsi,
non è quella la cosa che più ci preme.
Può significare tutto e niente.
Ovvio che tutto si trasforma... trasformiamo l'aria che respiriamo,
il cibo che mangiamo, anche le piante che crescono dalla terra sono
una trasformazione, eccetera eccetera.
Il buddismo non c'entra molto con queste cose, spesso viene tirato
in ballo da questa strana fanta-new-age che circola molto in rete...
Il buddismo, vale sempre la pena ricordarlo, è
"semplicemente" (ma proprio semplice non è) una
disciplina che si occupa di farci soffrire
il meno possibile in questa precaria e impermanente
condizione umana. Tale "cessazione della sofferenza"
(o forse dovremmo chiamarla più modestamente
"riduzione della sofferenza") dipende non da ciò che
crediamo, o abbiamo, o facciamo, ma dall'atteggiamento
(chiamiamolo così per ora) della nostra mente.
La materia continui pure a trasformarsi,
non è quella la cosa che più ci preme.
venerdì 28 gennaio 2011
To get fun in Milan
22 appuntamenti del giorno 23-1-2011
Titolo: Corso di autodifesa per donne
Categoria: Tempo libero
Data: dal 20-09-2010 al 30-04-2011
Dove: Isimbardi Fitness Club
Città: Milano
La Provincia di Milano promuove, in collaborazione con l'Associazione "Quei Bravi Ragazzi", 3 corsi gratuiti di autodifesa per le donne. Il progetto è rivolto a 35 cittadine di Milano e provincia e a 15 dipendenti provinciali che impareranno le tecniche di base di autodifesa, di disarmo e di [...]
Titolo: India India
Categoria: Arte e cultura
Data: dal 23-11-2010 al 31-01-2011
Dove: Shop Saman
Città: Milano
Percorso multiculturale che prende avvio dalle 15 sculture realizzate da Thomas Roberts attraverso le quali l’artista fornisce una personale rilettura dell’iconografia devozionale indiana. La seconda parte delle mostra è, invece, dominata dall’installazione fotografica di Lorenzo Tricoli che [...]
Titolo: I mantelli del potere
Categoria: Arte e cultura
Data: dal 17-12-2010 al 30-03-2011
Dove: Castello
Città: Legnano
Esposizione di costumi del Palio.
Titolo: Salvatore Fiume
Categoria: Arte e cultura
Data: dal 16-12-2010 al 06-02-2011
Dove: Spazio Oberdan
Città: Milano
Mostra antologica con cento opere tra dipinti, sculture, illustrazioni e bozzetti per edifici e scenografie, che documentano la lunga e molteplice attività dagli Anni Quaranta ai Novanta dell’artista siciliano.
Titolo: Corso di autodifesa per donne
Categoria: Tempo libero
Data: dal 20-09-2010 al 30-04-2011
Dove: Isimbardi Fitness Club
Città: Milano
La Provincia di Milano promuove, in collaborazione con l'Associazione "Quei Bravi Ragazzi", 3 corsi gratuiti di autodifesa per le donne. Il progetto è rivolto a 35 cittadine di Milano e provincia e a 15 dipendenti provinciali che impareranno le tecniche di base di autodifesa, di disarmo e di [...]
Titolo: India India
Categoria: Arte e cultura
Data: dal 23-11-2010 al 31-01-2011
Dove: Shop Saman
Città: Milano
Percorso multiculturale che prende avvio dalle 15 sculture realizzate da Thomas Roberts attraverso le quali l’artista fornisce una personale rilettura dell’iconografia devozionale indiana. La seconda parte delle mostra è, invece, dominata dall’installazione fotografica di Lorenzo Tricoli che [...]
Titolo: I mantelli del potere
Categoria: Arte e cultura
Data: dal 17-12-2010 al 30-03-2011
Dove: Castello
Città: Legnano
Esposizione di costumi del Palio.
Titolo: Salvatore Fiume
Categoria: Arte e cultura
Data: dal 16-12-2010 al 06-02-2011
Dove: Spazio Oberdan
Città: Milano
Mostra antologica con cento opere tra dipinti, sculture, illustrazioni e bozzetti per edifici e scenografie, che documentano la lunga e molteplice attività dagli Anni Quaranta ai Novanta dell’artista siciliano.
giovedì 23 dicembre 2010
Dal Dhammapada strofa 160
In verità è su di noi
che possiamo contare;
come contare
su qualcun altro?
E' un raro rifugio
arrivare ad affidarci
a noi stessi.
Sottolineando che siamo noi, noi stessi, il nostro vero
rifugio, il Buddha ci indica che la direzione in cui
guardare per la reale sicurezza è verso l'interno.
Non possiamo permetterci di perderci nell'attività esterna.
Per essere liberi dall'eterna delusione nella vita, dobbiamo
conoscere noi stessi pienamente.
Quando conosciamo noi stessi possiamo dimenticare noi stessi.
Liberati dalla prigione dell'egoismo, il cuore e la mente
sono liberi e disponibili a servire veramente la realtà in
ogni momento. Generosità, gentilezza, empatia sorgono
naturalmente quando il nostro essere è una cosa sola con la
verità.
venerdì 17 dicembre 2010
La luna nuova
C'è un sentiero e noi dobbiamo metterci in viaggio. La meta è la
libertà dalla prigionia delle abitudini. Se ci sforziamo troppo,
aggrappandoci all'idea della meta e aggirando la realtà di questo
momento, non facciamo che generare tensione. Se non ci sforziamo
affatto, perdendoci di continuo nella stimolazione sensoriale,
generiamo ancora più tensione. Conoscere la giusta misura di sforzo ci
rende abili. Ed è un'abilità che si può sviluppare: perdiamo
l'equilibrio, ma invece di giudicare noi stessi come d'abitudine, ci
interessa di più la lezione che ci si offre. Praticare con giusta
misura è la migliore opportunità per portare a termine il viaggio.
libertà dalla prigionia delle abitudini. Se ci sforziamo troppo,
aggrappandoci all'idea della meta e aggirando la realtà di questo
momento, non facciamo che generare tensione. Se non ci sforziamo
affatto, perdendoci di continuo nella stimolazione sensoriale,
generiamo ancora più tensione. Conoscere la giusta misura di sforzo ci
rende abili. Ed è un'abilità che si può sviluppare: perdiamo
l'equilibrio, ma invece di giudicare noi stessi come d'abitudine, ci
interessa di più la lezione che ci si offre. Praticare con giusta
misura è la migliore opportunità per portare a termine il viaggio.
mercoledì 24 novembre 2010
E' vero...
Possiamo provare affetto ma quanto siamo liberi nel modo di
relazionarci a questi sentimenti? Con il Dhamma possiamo sentire quel
che sentiamo e conoscere la verità dei sentimenti: non sono la cosa
ultima e non è saggio attaccarsi e perdersi in essi. Quando ci
attacchiamo ai sentimenti li distorciamo. In un momento di
attaccamento al piacere abbiamo una sensazione di aumento di
godimento, ma se non siamo abili nella presenza mentale, non vediamo
la delusione che stiamo incamerando per dopo. Le condizioni cambiano,
il piacere svanisce, e il senso dell'io, che gode del piacere, pure
svanisce. Allo stesso tempo, generiamo una tendenza ad attaccarci, e a
perderci, nelle sensazioni spiacevoli. Piacevole o spiacevole, una
sensazione è una sensazione, ci attacchiamo a una e ci stiamo
attaccando a entrambe. Riflettendo su questa strofa, possiamo scoprire
che permettere consapevolmente a quel che sentiamo di arrivare e
andare non diminuisce la gioia. In effetti, la libertà di sentire
qualsiasi cosa sentiamo senza essere limitati dall'impulso ad
aggrapparci è il sentiero che conduce fuori dalla schiavitù
relazionarci a questi sentimenti? Con il Dhamma possiamo sentire quel
che sentiamo e conoscere la verità dei sentimenti: non sono la cosa
ultima e non è saggio attaccarsi e perdersi in essi. Quando ci
attacchiamo ai sentimenti li distorciamo. In un momento di
attaccamento al piacere abbiamo una sensazione di aumento di
godimento, ma se non siamo abili nella presenza mentale, non vediamo
la delusione che stiamo incamerando per dopo. Le condizioni cambiano,
il piacere svanisce, e il senso dell'io, che gode del piacere, pure
svanisce. Allo stesso tempo, generiamo una tendenza ad attaccarci, e a
perderci, nelle sensazioni spiacevoli. Piacevole o spiacevole, una
sensazione è una sensazione, ci attacchiamo a una e ci stiamo
attaccando a entrambe. Riflettendo su questa strofa, possiamo scoprire
che permettere consapevolmente a quel che sentiamo di arrivare e
andare non diminuisce la gioia. In effetti, la libertà di sentire
qualsiasi cosa sentiamo senza essere limitati dall'impulso ad
aggrapparci è il sentiero che conduce fuori dalla schiavitù
lunedì 22 novembre 2010
Aprire gli occhi...
Gli individui sono fondamentalmente buoni, ma ciascuno soffre – in diversa misura – per i bisogni inappagati, per i desideri insoddisfatti. Se si rendessero conto che la necessità primaria dell'esistenza è come un tesoro dimenticato in un remoto ripostiglio della propria dimora ne rimarrebbero davvero sorpresi. Bene, ma dove si trova esattamente il tesoro? Dov'è l'anfratto parapsichico che custodisce così tanta ricchezza? Ovviamente mi esprimo – precisarlo non è mai superfluo – con un metalinguaggio simbolico.
L'anfratto, il calice dell'elisir è innanzitutto l'idea che:
- non ci sono idee o pensieri che possano descrivere, rappresentare, sostituire la realtà;
- la dimensione dello spirito è l'essenza sovramentale che circoscrivi idealmente nel silenzio della pausa tra un pensiero e un altro.
La dimensione in cui interagiamo ora è, perlopiù, quella del desiderio inconsapevole. Quando con la pratica della meditazione la coscienza si espande inizi a comprendere un panorama esistenziale più ampio. ... Che ho concluso affermando ciò, ti ho rivelato qualche verità esoterica? No di certo, proseguiamo ...
L'anfratto, il calice dell'elisir è innanzitutto l'idea che:
- non ci sono idee o pensieri che possano descrivere, rappresentare, sostituire la realtà;
- la dimensione dello spirito è l'essenza sovramentale che circoscrivi idealmente nel silenzio della pausa tra un pensiero e un altro.
La dimensione in cui interagiamo ora è, perlopiù, quella del desiderio inconsapevole. Quando con la pratica della meditazione la coscienza si espande inizi a comprendere un panorama esistenziale più ampio. ... Che ho concluso affermando ciò, ti ho rivelato qualche verità esoterica? No di certo, proseguiamo ...
giovedì 11 novembre 2010
Vorrei ma sembra non sia possibile...
C'e' un proverbio che dice:
"Non puoi insegnare a cantare a un cane.
Perdi il tuo tempo e innervosisci il cane."
Ovvero non conta il desiderio e la bravura dell'insegnante
e neanche la validita' delle materie insegnate.
Perche' se non c'e' la volonta' di imparare,
nessun insegnante potra' insegnare nulla.
Nel caso della ricchezza non e' neanche questione
di mancanza di volonta'.
La maggior parte delle persone non sospetta
minimamente che si possa "imparare a diventare ricchi".
Va contro tutto cio' che sa, tutto cio' che ha sempre
sentito dire, tutto cio' su cui e' basata la sua vita.
E quindi io vorrei tanto insegnare alle persone povere
come possono diventare ricche, ma non e' possibile.
Ecco perche':
http://getresponse.com/click.html?x=a62b&lc=mfYO&mc=m&s=SZaYa&y=3&
"Non puoi insegnare a cantare a un cane.
Perdi il tuo tempo e innervosisci il cane."
Ovvero non conta il desiderio e la bravura dell'insegnante
e neanche la validita' delle materie insegnate.
Perche' se non c'e' la volonta' di imparare,
nessun insegnante potra' insegnare nulla.
Nel caso della ricchezza non e' neanche questione
di mancanza di volonta'.
La maggior parte delle persone non sospetta
minimamente che si possa "imparare a diventare ricchi".
Va contro tutto cio' che sa, tutto cio' che ha sempre
sentito dire, tutto cio' su cui e' basata la sua vita.
E quindi io vorrei tanto insegnare alle persone povere
come possono diventare ricche, ma non e' possibile.
Ecco perche':
http://getresponse.com/click.html?x=a62b&lc=mfYO&mc=m&s=SZaYa&y=3&
martedì 7 settembre 2010
Liberarsi dalle influenze
Sono diversi i motivi per cui la maggior parte della gente non riesce a essere felice, ma sicuramente uno domina su tutti: spesso le persone si appoggiano troppo alle condizioni esterne, si fanno condizionare dagli altri, dimenticandosi della loro vera personalità, della loro natura più profonda. Quello che spinge a questo comportamento è la paura della critica uno dei mali che più colpisce la nostra società, tanto che alcune delle più grandi industrie moderne hanno imparato a sfruttarla per capitalizzare. Pensate al fenomeno della “moda”: ogni sei mesi siamo costretti a rifarci il guardaroba per stare al passo con i dettami stabiliti non dai compratori, ma dagli stilisti, secondo una strategia che ovviamente permette loro di vendere più vestiti. E la stessa tattica è sfruttata dalle grosse case automobilistiche che ogni stagione cambiano stili e modelli delle proprie vetture cercando di far presa sulla voglia degli uomini di guidare un’auto di ultimo modello. In entrambi i casi si gioca con la paura che molte persone hanno di sentirsi giudicate non adeguate, non al passo con i tempi.
Purtroppo la paura della critica non colpisce solo in queste banali situazioni ma anche negli eventi importanti della vita e deruba le persone dell’iniziativa e del potere della loro immaginazione, limitandone l’individualità e distruggendo la fiducia in se stessi. In questo modo si convive costantemente col terrore di essere disapprovati, si è sempre proiettati verso l’esterno alla ricerca di conferme del proprio valore e della giustezza delle proprie scelte. Ma la cosa più strana è che nella maggior parte dei casi gli unici a giudicarci siamo proprio noi stessi. Agli altri non gliene ne importa niente di come siamo o di che abito indossiamo o di cosa facciamo. Hanno già un sacco di problemi da risolvere, un sacco di cose a cui pensare che non hanno tempo di fermarsi ad occuparsi anche di noi. Siamo noi e solo noi a non valutarci belli, intelligenti, adeguati, all’altezza.
La paura della critica poi, agisce anche in una maniera ancora più subdola: ci costringe a compiere scelte non in base ai nostri principi o bisogni, ma perché ci sentiamo obbligati nei confronti di qualcun altro e non lo vogliamo deludere. Il punto è che l’unica cosa che ci rende davvero felici e appagati è agire come meglio si ritiene. Se facciamo qualcosa senza sentirla nostra ma solo per accontentare i genitori, un amico o il fidanzato, l’emozione che ben presto ci farà visita sarà la frustrazione e rischiamo di provare tutto ciò solamente per sentirci al sicuro, perché la paura della critica altro non è che la paura di sentirsi abbandonati e di restare quindi soli.
“La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri”
Oscar Wilde
C’è un’unica medicina per questa malattia: il coraggio; il coraggio di fidarsi di se stessi, di sentirsi liberi di esprimersi, di vivere al servizio dei propri sentimenti facendo solo ciò che veramente si sente. Il coraggio è quella forza che ci permette di cercare la felicità dentro di noi e che ci fa compiere le nostre scelte seguendo esclusivamente il nostro cuore.
Purtroppo la paura della critica non colpisce solo in queste banali situazioni ma anche negli eventi importanti della vita e deruba le persone dell’iniziativa e del potere della loro immaginazione, limitandone l’individualità e distruggendo la fiducia in se stessi. In questo modo si convive costantemente col terrore di essere disapprovati, si è sempre proiettati verso l’esterno alla ricerca di conferme del proprio valore e della giustezza delle proprie scelte. Ma la cosa più strana è che nella maggior parte dei casi gli unici a giudicarci siamo proprio noi stessi. Agli altri non gliene ne importa niente di come siamo o di che abito indossiamo o di cosa facciamo. Hanno già un sacco di problemi da risolvere, un sacco di cose a cui pensare che non hanno tempo di fermarsi ad occuparsi anche di noi. Siamo noi e solo noi a non valutarci belli, intelligenti, adeguati, all’altezza.
La paura della critica poi, agisce anche in una maniera ancora più subdola: ci costringe a compiere scelte non in base ai nostri principi o bisogni, ma perché ci sentiamo obbligati nei confronti di qualcun altro e non lo vogliamo deludere. Il punto è che l’unica cosa che ci rende davvero felici e appagati è agire come meglio si ritiene. Se facciamo qualcosa senza sentirla nostra ma solo per accontentare i genitori, un amico o il fidanzato, l’emozione che ben presto ci farà visita sarà la frustrazione e rischiamo di provare tutto ciò solamente per sentirci al sicuro, perché la paura della critica altro non è che la paura di sentirsi abbandonati e di restare quindi soli.
“La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri”
Oscar Wilde
C’è un’unica medicina per questa malattia: il coraggio; il coraggio di fidarsi di se stessi, di sentirsi liberi di esprimersi, di vivere al servizio dei propri sentimenti facendo solo ciò che veramente si sente. Il coraggio è quella forza che ci permette di cercare la felicità dentro di noi e che ci fa compiere le nostre scelte seguendo esclusivamente il nostro cuore.
"Con le parole si è sconvolta la terra."
“All’inizio fu la parola…” (Giovanni 1:1). Quante volte abbiamo sentito questa citazione? Credo veramente tante. Ma quante volte ci siamo anche fermati a riflettere sul suo significato? Da sempre si crede che le parole abbiano il potere di trasformare i pensieri senza forma in realtà, in manifestazioni fisiche. Tra i Sami, una popolazione della Lapponia, ci sono degli sciamani chiamati “dottori della parola”, perché riescono a portare la guarigione con il potere delle parole e delle canzoni. Essi non sono solo chiamati per guarire fisicamente le persone, ma hanno anche una funzione simile a quella del nostro psicoterapista, perché hanno compreso il potere delle parole. Gli antichi avevano capito questo già da molto tempo. “Abraq ad Habra”, quella che poi è diventata la formula magica delle nostre favole, in aramaico significa “Creo quello che dico”.
“Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico."
Sigmund Freud
La parola è il mezzo più potente che possediamo, quello con il quale costruiamo il nostro mondo. Esse hanno la capacità di spingerci all’azione o di bloccarci. Possono entrare in noi così in profondità da cambiare completamente il modo in cui vediamo le cose, i nostri comportamenti e le nostre convinzioni. Chi non ricorda un qualcosa che gli è stato detto da piccolo e che ancora lo condiziona: “Come sei stonato!”, “Hai il piede storto, perché non la smetti di giocare!”, “Che brutta che sei, sembri un mostro!”. Queste frasi, pronunciate magari solo per gioco da un bambino piuttosto vivace, possono entrare tanto nell’animo di un amichetto da influenzare il suo modo di agire in futuro: non canterà più, smetterà di giocare a calcio, sarà sempre insicura del suo aspetto.
Adesso invece non vi viene in mente una persona che con le sue parole ha cambiato in positivo il vostro modo di agire? Un professore che vi ha fatto amare una materia da sempre odiata, un allenatore che vi ha spinto a dare il massimo come mai prima, un capo con il quale siete riusciti a raggiungere risultati mai nemmeno immaginati. Le parole usate nella maniera giusta, possono essere di grande aiuto per avviare ogni problema verso la soluzione. La parola è paragonabile a una bacchetta magica con la quale si può ottenere ciò che si vuole. Se impariamo a usarla nella maniera giusta, ogni cosa nella nostra vita potrà migliorare.
Pensa a quando dobbiamo affrontare una sfida e la frase ricorrente che ci gira per la testa è “Non ce la farò mai!”. Il nostro corpo sarà influenzato da quello che la nostra mente continua a ripetergli e le darà ascolto. Se continua a sentire che una cosa andrà male, farà di tutto per farla andare male!
È per questo che sarebbe utile imparare a controllare il nostro linguaggio in modo da vivere il più possibile, stati d’animo produttivi e potenzianti. Come i maghi dei poemi antichi, noi abbiamo il potere di creare incantesimi per dare vita a nuovi modelli di credenze che trasformeranno il nostro modo di agire e pensare. Immagina a come può cambiare la prestazione di uno sportivo che si appresta a una gara se ripete a stesso "Oggi sono imbattibile!" invece di "Non ce la farò mai!"
E allora cosa aspetti, crea i tuoi incantesimi, continua a recirtarli con partecipazione e intensità emotiva e preparati a misurare i miglioramenti che noterai nella tua vita
“Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico."
Sigmund Freud
La parola è il mezzo più potente che possediamo, quello con il quale costruiamo il nostro mondo. Esse hanno la capacità di spingerci all’azione o di bloccarci. Possono entrare in noi così in profondità da cambiare completamente il modo in cui vediamo le cose, i nostri comportamenti e le nostre convinzioni. Chi non ricorda un qualcosa che gli è stato detto da piccolo e che ancora lo condiziona: “Come sei stonato!”, “Hai il piede storto, perché non la smetti di giocare!”, “Che brutta che sei, sembri un mostro!”. Queste frasi, pronunciate magari solo per gioco da un bambino piuttosto vivace, possono entrare tanto nell’animo di un amichetto da influenzare il suo modo di agire in futuro: non canterà più, smetterà di giocare a calcio, sarà sempre insicura del suo aspetto.
Adesso invece non vi viene in mente una persona che con le sue parole ha cambiato in positivo il vostro modo di agire? Un professore che vi ha fatto amare una materia da sempre odiata, un allenatore che vi ha spinto a dare il massimo come mai prima, un capo con il quale siete riusciti a raggiungere risultati mai nemmeno immaginati. Le parole usate nella maniera giusta, possono essere di grande aiuto per avviare ogni problema verso la soluzione. La parola è paragonabile a una bacchetta magica con la quale si può ottenere ciò che si vuole. Se impariamo a usarla nella maniera giusta, ogni cosa nella nostra vita potrà migliorare.
Pensa a quando dobbiamo affrontare una sfida e la frase ricorrente che ci gira per la testa è “Non ce la farò mai!”. Il nostro corpo sarà influenzato da quello che la nostra mente continua a ripetergli e le darà ascolto. Se continua a sentire che una cosa andrà male, farà di tutto per farla andare male!
È per questo che sarebbe utile imparare a controllare il nostro linguaggio in modo da vivere il più possibile, stati d’animo produttivi e potenzianti. Come i maghi dei poemi antichi, noi abbiamo il potere di creare incantesimi per dare vita a nuovi modelli di credenze che trasformeranno il nostro modo di agire e pensare. Immagina a come può cambiare la prestazione di uno sportivo che si appresta a una gara se ripete a stesso "Oggi sono imbattibile!" invece di "Non ce la farò mai!"
E allora cosa aspetti, crea i tuoi incantesimi, continua a recirtarli con partecipazione e intensità emotiva e preparati a misurare i miglioramenti che noterai nella tua vita
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