mercoledì 10 ottobre 2012

L'ignoranza e perplessità dell'uomo

Un uomo andò a visitare un Maestro, e gli disse: "Voglio discutere con te del mio problema". "E io non voglio discuterne", rispose il Maestro. "Come puoi essere così categorico, dato che non lo conosci?", disse il visitatore, contrariato. Il Maestro sorrise. "A che pro sottopormi un problema, se non lo conosco e non ho una percezione maggiore degli altri?". Ora il visitatore era al tempo stesso sconcertato e desideroso di saperne di più. "Allora, dimmi qual è il mio problema, e questo mi convincerà". "Oh, essere umano!", disse il Maestro. "Sei quasi completamente fuori strada. Se ti dimostrassi di sapere ciò che ti preoccupa, svierei la tua attenzione verso il 'miracoloso', e invece del Servizio - che è il mio vero compito - farei una messinscena". "Allora dammi soltanto la soluzione del mio problema, così risponderai alle esigenze del Servizio". "Questo l'ho già fatto", disse il Maestro." Non ci capisco più nulla.", esclamò il visitatore. "Non mi risulta che tu mi abbia fornito la benché minima soluzione". "E allora va' a cercare la risposta altrove!". Per mesi quest'uomo viaggiò per il paese intrattenendosi con molte persone, alle quali non mancava mai di raccontare il suo incontro col Maestro.
Un giorno cominciò a intravedere che il suo problema era stato l'egocentrismo, e che il Maestro glielo aveva indicato. Il suo vero problema era questo, e non quello che aveva immaginato. Qualche tempo dopo, in una città lontana dal luogo del loro incontro, si ritrovò a faccia a faccia col Maestro. "Ora", gli disse, "ho preso coscienza della saggezza delle tue parole, e vorrei ricompensarti per il servizio che mi hai reso". "Lo hai già fatto", disse il Maestro. "Parlando a tutti della nostra conversazione hai contribuito, senza volerlo, alla trasmissione dell'Insegnamento: non eri forse l'esempio vivente dell'ignoranza e della perplessità? Sì, eri come un uomo che cammina con una freccia conficcata nel cranio che tutti possono vedere eccetto lui, e che è l'unico ad attribuire il suo mal di testa allo sforzo che ha fatto per pensare profondamente. Ecco come hai servito.
Tu credevi, e sembravi voler servire te stesso, ma in realtà servivi la saggezza, come ti ho spiegato. La saggezza, dunque, si è manifestata in parte per consentirti di vederti un po' meglio. Tuttavia, non soltanto hai servito la saggezza, ma anche la tua auto ossessione, non te. A dire il vero, chiunque può incitarti a servire chiunque o qualsiasi cosa. Per questo basta che ti persuada che puoi servire te stesso adottando una certa linea di condotta, che in realtà serve ad altri fini! Chi è che ci guadagna, in tutto ciò?".

martedì 10 luglio 2012

Miglioriamoci...


Miglioriamoci, si ma questa volta sull'alimentazione! Mi raccomando, date una lettura a questo sito! http://www.miglioriamoci.net/

martedì 19 giugno 2012

Le proprietà benefiche dell'avocado

L'illusione


Si chiamano illusioni tutti i pensieri e di conseguenza le azioni che noi facciamo non in linea e sintonia con la legge di causa effetto e l insegnamento del buddha. Quando si è risvegliati , conseguita l lluminazione, estinto il karma, automaticamente estingueremo le illusioni, ogni nostra azione sarà il risultato della legge di causa effetto, ogni situazione compresa ed affrontata nel modo che ci ha insegnato buddha. Ma durante il nostro percorso sulla via , quando ancora i dubbi e le illusioni sono ancora trappole in cui possiamo cadere è necessario tenere alta la concentrazione e l attenzione in tutto quello che facciamo. Per fare questo è necessario rivedere le nostre azioni, pensieri quotidiani , considerare come ci siamo comportati in quella situzione, se abbiamo agito o pensato in modo egoistico, se abbiamo lasciato che la nostra meditazione ci lasciasse per qualche ora. La meditazione in ogni istante è il nostro segreto che dobbiamo portare sempre con noi, durante la via è come un talismano che ci guida nella corretta intenzione, quello che non ci fa cadere nelle illusioni, permettendoci di capire - sentire tutte le situazioni per quello che sono nella loro vera natura, anche le più complesse. Il nostro ego è sempre pronto a farci uscire dalla via, estinguerlo è il primo passo per conseguire il risveglio.

lunedì 4 giugno 2012

Microcosmo e Macrocosmo

Microsmo e macrocosmo: queste due parole sono quello che noi viviamo nella nostra realtà, da vicino , di prima persona, i nostri coinvolgimenti emotivi personali,il nosto karma, sono da considerarsi microcosmo.Quello che viviamo lontano da un esperienza personale, l ignoto, i giudizi che diamo senza essere coinvolti in prima persona sono da considerarsi macrocosmo. esempio: se vediamo un bicchiere d acqua da molto vicino noteremo i segni sul bicchiere, il movimento dell acqua, i riflessi della luce.Se vediamo un bicchiere d acqua da lontano vedremo un bicchiere ,magari un tavolo, o un pavimento,in una stanza o all aperto che la visione da vicino non ci permetteva di percepire ed all inverso vedendo troppo da vicino non percepiamo il contesto.Quando riusciremo a vedere-sentire sia il macrocosmo che il microcosmo nello stesso istante avremo compreso la legge del buddha,estinto il karma, realizzato la natura delle cose e delle situazioni , sia personali che generali, la nostra azione sarà veloce, priva di dubbi, assolutamente corretta in ogni contesto , questa comprensione, risveglio, genera dentro di noi una forza, una consapevolezza che mai abbiamo provato prima. solo una meditazione corretta può farci comprendere-sentire, solo un unico scopo della nostra vita può essere il mezzo per essere come buddha.