mercoledì 18 maggio 2016

Listen to OSHO TALKS ON INTIMACY - The Fear Of Intimacy by OSHO Talks #np on #SoundCloud https://soundcloud.com/osho-talks/osho-talks-on-intimacy-the-fear-of-intimacy

giovedì 12 maggio 2016

Concetto di Ipoglicemia e Picco Glicemico

Partiamo da una qualche concetto di base: la stragrande quantità di quello che mangiamo contiene una quota, più o meno abbondante, di zuccheri, altrimenti detti "carboidrati".
Il ruolo di questi zuccheri, insieme alle altre sostanze nutritive dell'alimento, è di essere digeriti in zuccheri più semplici, assorbiti e utilizzati come energia o trasformati in scorte per i momenti di necessità dalle cellule dell'intero organismo.
La glicemia, ovvero la quantità di zucchero nel sangue, è mantenuta all'interno del range di normalità da due ormoni principali, entrambi prodotti dal pancreas. Lo scopo di entrambi gli ormoni è mantenere lo zucchero nel sangue a un livello abbastanza alto perché sia disponibile per organi a cui serve e sufficientemente basso per non fare danni.
Questi due ormoni sono la celebre l'insulina e il meno celebre glucagone.
I due ormoni hanno compiti diametralmente opposti: l'insulina è messa in circolo quando gli zuccheri nel sangue sono troppi e il suo segnale sulle cellule (quando sono in grado di rispondere correttamente) è quello di farci entrare lo zucchero, perché venga utilizzato. Il glucagone, invece, entra in azione quando gli zuccheri nel sangue cominciano ad abbassarsi.
Quando l'insulina non c'è (per mancata produzione, come tipico del diabete di tipo 1) o non funziona (nel caso d'insulino-resistenza, come tipico del diabete di tipo 2) si instaura una condizione di dannosa iperglicemia (senza che lo zucchero riesca ad essere utilizzato correttamente da tutte le cellule).
L'ipoglicemia (zuccheri troppo bassi nel sangue) è più difficile da ottenere per mancanza di ormoni (ne esistono altri, oltre al glucagone, che sono in grado di agire nello stesso modo) e il caso più facile perché si manifesti è quello di un eccesso d'insulina, per massiva produzione da parte del pancreas o perché fornita in eccesso dall'esterno.
Quando un pasto contiene degli zuccheri (quasi sempre), la velocità con cui essi passano dal canale digerente al sangue influenza in modo variabile la modalità con cui l'insulina viene secreta: un aumento della glicemia che sia lento e modulato produrrà una secrezione più lenta e modulata.
Al contrario, un ingresso imponente e veloce di zuccheri porta a una secrezione di insulina più rilevante, tanto che, spesso, si passa rapidamente da una condizione di iperglicemia post prandiale a quella di ipoglicemia reattiva (si tratta di solito di una ipoglicemia "relativa": nel range di normalità, ma verso il basso).
La velocità con cui uno zucchero puro passa nel sangue è definita dall'indice glicemico. Si tratta di un calcolo che confronta lo stesso quantitativo di zuccheri proveniente da alimenti diversi.
Per fare un esempio d'impatto immediato, assumendo 100 grammi di zuccheri di sedano rapa, lo zucchero nel sangue aumenta con una velocità molto simile a quella di 100 grammi di zucchero presi dal riso.

L'indice glicemico del sedano rapa e quello del riso sono quasi gli stessi, ma risulta assolutamente intuitivo comprendere che per ottenere 100 grammi di zucchero di sedano rapa serve mangiarne molto di più di quanto invece non avvenga con il riso, di cui basta consumarne decisamente meno per ottenere gli stessi 100 grammi di zuccheri.
Diventa dunque necessario introdurre un nuovo metodo di valutazione, in grado di calcolare la capacità dell'intero alimento di alzare la glicemia: si tratta dell'impatto glicemico.
Tale valore sarà spesso nettamente differente perché la velocità di passaggio nel sangue degli zuccheri è marcatamente influenzata, tra le altre cose, dal contenuto di fibra, grassi e proteine dell'alimento.
Il riso bianco, che un'altissima percentuale di carboidrati, continuerà ad avere un impatto glicemico molto alto, il riso integrale avrà un valore un po' più basso, grazie alla maggior presenza di fibra, mentre il sedano rapa, che contiene moltissima fibra e acqua a fronte di una percentuale di zuccheri molto bassa, avrà un valore bassissimo.
Lo stesso concetto può essere ampliato e utilizzato, concettualmente, per comporre i propri pasti: mangiare un cioccolatino da solo ha un effetto diverso dal mangiare lo stesso cioccolatino all'interno di un pasto completo che contenga una buona quota di fibra e proteine.
Poiché una delle azioni principali di un eccesso d'insulina (come risposta a un aumento troppo rapido degli zuccheri nel sangue) è lo stimolo all'accumulo di grasso, risulta evidente che scegliere alimenti e combinazioni nutrizionali a basso impatto glicemico condizioni positivamente il mantenimento di una buona forma fisica, agendo per altro anche sul senso di sazietà e sul mantenimento di un buono stato dell'umore (le ipoglicemie reattive non fanno bene né alla fame né allo spirito). Per questo, abbinare sempre una quota proteica a quella di carboidrati, utilizzare con intelligenza i grassi (anche loro abbassano l'impatto glicemico) e scegliere, il più possibile, carboidrati integrali (o quelli contenuti in frutta e verdura, che producono un impatto glicemico tendenzialmente basso) è uno dei modi più semplici, gustosi ed efficaci per aiutarsi a stare bene, sani e in forma.

venerdì 6 maggio 2016

Yogea Allergy Relieving Breathing: Clear Flow





Buongiorno a tutti, vi condivido un Video Tutorial del Canale YouTube Yogea ArtFlow, che ha come scopo la respirazione per chi presenta allergie. 
Buona visione.

mercoledì 27 aprile 2016

Alimentazione ed evoluzione



Cari Lettori e Lettrici,
oggi siamo dei dottori. In un mondo dove si sente tutto ed il contrario di tutto, proviamo a dare una guida su quella che è stata l'evoluzione dell'alimentazione umana. Dalle scimmie antropomorfe e l'uomo preistorico ai giorni nostri. Come dobbiamo alimentarci e chi ha ragione la paleo dieta o quella vegan?
Buona visione.

Scheda allenamento forza per il bodybuilding



Cari Lettori e Lettrici,
oggi siamo un pò "ingegneri del corpo" nel senso che ci occupiamo della "Biomeccanica Muscolare" e di come possiamo evitare di stressare il nostro sistema Psico-Fisico.
Consiglio inoltre, per chi ha un canale YouTube personale, di aggiungere nell'elenco dei "Preferiti" il Canale dei miei amici nonchè colleghi
project inVictus

Buona visione.

martedì 26 aprile 2016

Gli alimenti senza glutine: finalmente una chiarezza

In questo post propongo un elenco più dettagliato di quali sono gli alimenti senza glutine che possono essere inclusi con sicurezza nella dieta di quegli individui che soffrono del morbo celiaco. Ricordiamo che il glutine è una componente proteica presente in alcuni tipi di cereali come ad esempio l’orzo il farro, il frumento e la segale. I soggetti intolleranti a questa sostanza, se la ingeriscono tramite l’alimentazione, vanno incontro a problemi di vario genere, in alcuni casi (le persone particolarmente sensibili) anche gravi. Chi soffre di celiachia è obbligato a consumare alimenti senza glutine, al momento infatti non esistono cure per questa patologia e l’unica soluzione che si prospetta è quella di scegliere con attenzione agli alimenti da includere nella propria dieta. Alimenti Senza Glutine A tutela delle persone che soffrono di celiachia l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha creato un simbolo di proprietà dell’Associazione (marchio registrato) che prende il nome di spiga barrata. I destinatari di questo simbolo sono tutti quegli alimenti per i quali è stata certificata in modo inequivocabile l’idoneità ed essere consumati da parte dei celiaci. In pratica gli alimenti contrassegnati dalla spiga barrata hanno un contenuto inferiore ai 20 milligrammi per chilogrammo così come indicato anche dal Ministero della Salute. Sul sito dell’AIC, previa registrazione, è possibile consultare online il prontuario con l’elenco completo degli alimenti senza glutine e delle relative ditte produttrici che possono essere utilizzati in modo sicuro dai celiaci. 


Anche sul sito del Ministero della Salute è possibile consultare la lista completa ed aggiornata degli alimenti sicuri con la relativa ditta produttrice. Lista Alimenti Senza Glutine Cereali in chicchi Riso Miglio Quinoa Mais Teff Sorgo Amaranto Manioca Frutta.


Tutti i tipi di frutta allo stato naturale non contengono glutine Frutta sciroppata Frutta secca e disidratata Legumi e Verdura Tutti i legumi e le verdure allo stato naturale non contengono glutine Tutti i tuberi come le patate ed il topinambur I funghi freschi Carne e Pesce Tutti i tipi di carne e pesce freschi sono alimenti sicuri per i celiaci, se si acquistano confezionati che contengono più ingredienti, controllare sempre l’etichetta. Uova Latte e derivati Latte fresco e a lunga conservazione Yogurt naturale Formaggi freschi e stagionati Panna fresca e a lunga conservazione Bevande Calde Caffè, tè, camomilla e tisane alla frutta o alle erbe Anche il miele è uno degli alimenti senza glutine ed è quindi sicuro per i celiaci. La Contaminazione Uno dei problemi degli alimenti senza glutine è appunto la contaminazione; con questo termine si fa riferimento alla possibilità che un alimento naturalmente privo di glutine entri in contatto con questa sostanza durante le fasi di lavorazione o di confezionamento. Nei processi di lavorazione industriale infatti è probabile che la stessa linea di lavorazione degli alimenti contenenti glutine venga utilizzata anche per la lavorazione di alimenti senza glutine. 



In questo caso si ha quindi una contaminazione accidentale che, a seconda della sua entità, può provocare seri problemi ad un celiaco che ignaro si alimenta con un cibo contaminato. I prodotti contrassegnati dalla spiga barrata rappresentano un ulteriore sicurezza da questo punto di vista in quanto il marchio viene concesso solo ed esclusivamente a quelle aziende il cui processo produttivo è stato esaminato e considerato sicuro. Alimenti Senza Glutine, Conclusioni Visto il continuo aumentare delle persone intolleranti al glutine oggigiorno è sempre più facile trovare in commercio alimenti senza glutine. Se fino a qualche anno fa questi alimenti erano considerati un prodotto di nicchia ed erano disponibili solamente nei negozi specializzati e nelle farmacie, oggi gli si possono acquistare al supermercato e soprattutto online. Il problema a cui vanno incontro le persone che soffrono di questa intolleranza è quello che riguarda l’alimentazione quando si è lontani da casa. Se infatti a casa nostra siamo in grado di procurarci gli alimenti adatti a questo problema, quando siamo in viaggio la cosa non è così facile. Fortunatamente, grazie al crescente numero di celiaci, stanno nascendo catene di ristoranti e pizzerie che preparano piatti appositamente studiati per queste persone. L’AIC, mette a disposizione un’applicazione gratuita per cellulari con la quale è possibile scansionare il codice a barre dei prodotti per verificare che siano inseriti nel prontuario. L’applicazione permette anche di consultare la mappa dei ristoranti che prevedono un menù per i celiaci. In ultimo, con quest’applicazione, è possibile consultare il prontuario aggiornato degli alimenti senza glutine.

I bisogni che abbiamo: vere o false intenzioni?



Buon pomeriggio a tutte le lettrici e tutti i lettori,
in questo post voglio condividere le parole di un personaggio che da qualche mese sto seguendo con interesse in quanto esperto ed appassionato di "fisica quantistica".
Il Dott. Fabio Marchesi, in verità, è stato un informatico quindi ha lavorato in ambito "ingegneristico", ma ha avuto sempre passione sul definire gli eventi della nostra vita secondo una logica,
Si evidenzia come sia possibile distinguere tra bisogni veri e bisogni falsi. I bisogni  “falsi” sono quelli che vengono sovrimposti all'individuo da parte di interessi sociali particolari cui preme la sua repressione: sono i bisogni che perpetuano la fatica, l'aggressività, la miseria e l'ingiustizia. Può essere che l'individuo trovi estremo piacere nel soddisfarli, ma questa felicità non è una condizione che debba essere conservata e protetta se serve ad arrestare lo sviluppo della capacità (sua e di altri) di riconoscere la malattia dell'insieme e afferrare le possibilità che si offrono per curarla.Il risultato è pertanto un'euforia nel mezzo dell'infelicità. La maggior parte dei bisogni che oggi prevalgono, il bisogno di rilassarsi, di divertirsi, di comportarsi e di consumare in accordo con gli annunci pubblicitari, di amare e odiare ciò che altri amano e odiano, appartengono a questa categoria di falsi bisogni.
Il prevalere di bisogni repressivi è un fatto compiuto, accettato nel mezzo dell'ignoranza e della sconfitta, ma è un fatto che deve essere rimosso sia nell'interesse dell' individuo felice sia di tutti coloro la cui miseria è il prezzo della sua soddisfazione. I soli bisogni che hanno un diritto illimitato ad essere soddisfatti sono quelli vitali: il cibo, il vestire, un'abitazione adeguata al livello di cultura che è possibile raggiungere. La soddisfazione di questi bisogni è un requisito necessario per poter soddisfare tutti gli altri bisogni, sia quelli non sublimati sia quelli sublimati.
Come sempre attendo dei vostri riscontri "costruttivi" in merito alla visione del seguente video.




mercoledì 13 aprile 2016

Progettazione di Reti WAN: la fase d'integrazione

In questo articolo evidenzierò come e sotto quali precise condizioni è importante effettuare un'implementazione di Rete Wide Area Network (WAN). Generalmente le applicazioni del tipo distribuite (un'applicazione costituita da due o più processi che vengono eseguiti in parallelo su macchine distinte connesse da una rete di comunicazione) necessitano costantemente diuna capacità di banda variabile; di conseguenza è necessario preventivare una richiesta d'incremento di banda. Difatti, con la diffusione dei servizi integratiin Internet sono sorte molte problematiche e questioni per molte architetture di Rete già esistenti. E' importante, quindi, che il rapporto costo/performancedebba essere aggiustato affinchè si supportino e si possano utilizzare applicazioni emergenti per un largo numero di utenti. Fino a poco tempo fa la trasmissione d'informazioni multimediali su Reti LAN e WAN erano logicamente separate da Servizi specifici (come la Voce). Ora con nuovi Servizi come Voice Over IP ed il video in Real Time, è necessaria una LAN o WAN di ampie ptrestazioni. Difatti leapplicazioni distribuite ed i servizi multimediali sono diventate rapidamente unaparte essenziale nel peso della produttività all'interno del mondo lavorativo. Le aziende stanno iniziando a considerare implementazioni di Reti del tipo Intranet LAN, dotate di ampia banda per le applicazioni multimediali come:
  • video training, 
  • video conferenza 
  • Voice Over IP 
L’impatto di queste applicazioni sulle attuali infrastrutture di networking esistenti, può diventare una questione da considerare seriamente. Supponiamo che un’azienda faccia affidamento sulla propria Rete per la gestione del traffico d'informazioni aziendale e voglia integrare applicazioni di video training. La rete dev’essere in grado di fornire QoS garantito (Quality of Service). Questo QoS deve trasportare il traffico multimediale generico ma non permettere ad esso di interferire con il traffico tra i dipendenti in Azienda il quale ha primaria importanza (cioè critical).
Consecutivamente a ciò, il progettista di Rete ha bisogno di grande flessibilità nel risolvere problemi d'Internetworking evitando di creare ulteriori Reti o effettuare ulteriori cablaggi, il che produrrebbero ulteriori spese. In particolare un Cliente può chiedere: come ridurre i costi della mia Rete e migliorarne le prestazioni? E' compito del progettista analizzare anzitutto le Reti WAN esistenti, focalizzandosi su obiettivi primari per il Design delle WAN e la successiva implementazione:
Application availability: le Reti trasportano informazioni di applicazioni tra Hosts. Se le applicazioni non sono disponibili per gli utenti nella Rete allora la rete non svolge il suo compito alla perfezione.
Total cost of ownership : questa è una stima di Budget che viene solitamente viene espresso in milioni di Euro. S'introduce, anche il concetto di Information Systems (IS) department budgets. Molte aziende fanno affidamento su calcolatori elettronici per la gestione dei dati e le attività lavorative associandosi al costo relativo delle Risorse Operative che continuano ad aumentare. Una buona progettazione WAN può aiutare, quindi, a bilanciare questi obiettivi. Quando è propriamente implementata, una infrastruttura WAN, può ottimizzare la disponibilità dell’applicazione ed il costo effettivo delle risorse di Rete esistenti.
Inoltre, Il design di WAN generalmente ha la necessità di tener conto di tre differenti fattori:
Variabili di Ambiente:
  • la locazione degli hosts, server, terminali ed altri nodi finali. 
  • il traffico progettato per l’ambiente di Rete 
  • Il costo progettato per fare il delivery dei defferenti livelli di servizio. 
  • Variabili di Networking: 
  • Topologia della Rete 
  • Capacità della Linea: 
  • Packet traffic 
In particolare, per il fattore del "traffico di Rete a pacchetto" bisogna osservare che è un’operazione critica e fondamentale per il successo della pianificazione di una WAN. Questo incide anche in termini di:
  • Disponibilità delle risorse di Rete 
  • Budget 
Perciò, un "incremento" della disponibilità delle risorse deve generalmente essere riflettuto su un aumento di costo.





Procedendo nel discorso, il Design finale della Rete deve comunque riflettersi sui requisiti degli Utenti che vogliono la disponibilità di diverse applicazioni e servizi nella loro Rete stessa. E' importante focalizzarsi quindi sul tempo di risposta, laportata e l’affidabilità.
Il tempo di risposta è il tempo fra l’inserimento di un comando, l’esecuzione sull’host vero e proprio e il delivery della risposta. Applicazioni in cui il tempo di risposta rapido è considerato critico, includono servizi interattivi ed online come ad esempio sistemi di messaggistica automatica e “point of sale”
La portata richiesta da applicazioni intensive, generalmente è composta da trasferimenti file, tuttavia la banda occupata da applicazioni che lavorano in maniera particolarmente intensa possono comportare un peso ed in particolare un tempo di risposta piuttosto lento. Effettivamente essa può essere schedulata. E’ inoltre possibile tener conto dei momenti in cui il tempo di risposta è basso a causa di traffico
L’affidabilità è un fattore assai importante, molte applicazioni hanno requisiti che eccedono le necessità classiche. Le organizzazioni che conducono tutte le attività lavorative online e tramite telefono richiedono circa il 100% di uptime: servizi finanziari, scambi di sicurezza, emergenza, polizia, operazioni militari, sono degli esempi. Queste situazioni richiedono un alto livello di affidabilità e ridondanza. Determinare il costo del downtimeè essenziale al fine di determinare l’affidabilità della stessa Rete.
Infine nella progettazione si parla di "necessità". Le necessità dell’utente possono essere assegnate in vari modi. Più persone utilizzeranno la rete, quanto più accurata sarà la valutazione sulle necessità. In generale è necessario tenere conto che:
La maggior parte degli utenti ha gli stessi requisiti in termini accesso a servizi multimediali di Messaggistica Istantanea ma possono avere differenti necessità per quanto riguarda la condivisioni di stampanti, e la gestione di print server nella propria area.
Lo studio di gruppi utenti nella Rete aziendale, portano a determinare una Baseline che poi sarà d’aiuto per l’implementazione della Rete stessa. E’necessario comprendere che certi gruppi d'utenza necessitano dell’accesso a Server Comuni. Altri, possono aver bisogno di accesso esterno ad una specifica risorsa. Alcune organizzazioni possono aver bisogno dell’IS support system per poter gestire, in certe situazioni, accordi con standard esterni.

domenica 10 aprile 2016

Lettera sulla felicità

Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro. Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età.
Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, è da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire. Cerchiamo di conoscere allora le cose che hanno la felicità perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla.

mercoledì 6 aprile 2016

lunedì 4 aprile 2016

IaaS e PaaS inside the IT World


Good afternoon everybody, in this post I'd like to share my point of view on the Services evolution, identified with "as a Service (aaS)".




Infrastructure-as-a-service (laaS) offerings enable IT teams to cost-effectively boost scalability and flexibility, but how do you go about implementing an effective laaS strategy, choosing the right provider, and getting the most from this cloud service? And when do Platform-as-a-service (PaaS) offerings come into play?Therefore, usually we talk about Infrastructure-as-a-service (laaS) and Platform-as-a-service (PaaS). Indeed, the IaaS enables IT teams to cost-effectively boost scalability and flexibility, but how do you go about implementing an effective laaS strategy, choosing the right provider, and getting the most from this cloud service? And when do platform-as-a-service (PaaS) offerings come into play?. The term cloud computing initially referred to a way to automatically provision resources, computational storage and networking using an API or automated scriptsThe most exciting enterprise applications for cloud are those that use Web- scale techniques, such as the massive scale seen at Netflix. And while enterprises should also look at offloading workloads with less business impact to the cloud, getting the right workload to the cloud isn't the only way to find value. Finding a vendor-partner is also critical.In the early days of public cloud, test and development was the first logical step for enterprises moving workloads there. Within the data center, virtual servers were allocated for test-and-dev projects only to be abandoned soon after. Moving this to the cloud cleans up the on-premises data centers and transfers the cost to an expense-based model. And as long as these servers are turned off or de-allocated when not in use, IT reaps significant value.But just how economically valuable is it for providers to host workloads that run only part of the time and can be offloaded to another cloud vendor when a more attractive price model is quoted? And what happens in the enterprise when the cloud vendor's race to the bottom ends?Are laaS price drops just a shiny object for enterprises? Moving workloads to cloudstrictly because of cost reduction can be problematic. Costs can change and It's important for companies to focus on workloads with high business value in the cloud. Vendors that understand the importance of partnering with customers are one key to success; a commodity mindset doesn't nurture that mindset.The latest round of the Infrastructure as a Service (laaS) price wars raised the topic of vendor margins and how low will they go. Currently, public cloud providers find it necessary to fly toward the ground with the hopes of sorting out profit margins later. And each round of price cuts, it becomes increasingly attractive for enterprises to move less-important workloads to laaS. Evolution from laaS to PaaS seems like a no-brainer as the benefits of cloud platforms becomes clear.However, finding the best path to PaaS means going through three possible options. I've noticed an important discussion about raising cloud services above the infrastructure as a service (laaS) level. In the cloud hierarchy, the next option up the value chain is platform as a service (PaaS). Unlike laaS, which is virtual machine hosting and requires the user to supply an OS and middleware, PaaS provides the complete platform, both hardware and software, on which applications run. PaaS does more, so it has more potential benefits for users. And because of this, providers can justify a higher price tag.PaaS may be a natural evolution from laaS for cloud services, but there's more than one way to get there.For instance, when Amazon Web Services designed its Infrastructure-as-a-service offering, IT teams saw it as a way to launch products that allowed them to focus on the product, not its development. Platform as a service (PaaS) created opportunities to simplify and accelerate deployments while offering new features with very short development cycles. It offers a quick way to publish and manage applications.The first PaaS offering, Google AppEngine, had some limitations. Other choices began to emerge, but they were still limited in which languages they supported, and most supported only Web applications. These offerings automatically scaled and could spin up servers, but developers still had to determine when to scale. And they often had no control over the underlying hardware.I've red on Internet that Microsoft's Azure represents one path: take an existing data center platform and replicate it in the cloud. A second PaaS approach is offered by tools like Cloud Foundry: build your own "platform" from selected tools and deploy it. The third way, supported by Amazon Web Services (AWS), is to augment laaS with Web services to create a "platform services" model. All three paths between laaS and PaaS have merit, so deciding which trail you'll blaze means looking deeper into the details.The problem with composed PaaS is figuring out who will build and maintain the platform images. A public cloud provider could use a composition tool to build a platform to base PaaS, but it's unlikely a vendor would take this risk. The vendor would have to bet on whether there are sufficient apps available to run on it to create a viable market opportunity. If the composition tool's agility is exploited to create multiple platforms, then keeping each up to date becomes labor-intensive, and management costs rise. These tasks would be passed on to cloud users.The second approach to PaaS is that tools such as Cloud Foundry and OpenShiftprovide a start with laaS and add in OS and middleware tools to build a cloud platform. With this approach, the applications have a dependable hardware/software combination to run on. Users and application lifecycle processes are immunized against maintenance efforts of platform software.The final option is platform services, which is being adopted de facto by AWS. Platform services presume the goal of PaaS is to add highly cloud- optimized or cloud-specific services and support them in any app that exercises a Web service through a URL. This approach is unique because it's targeting applications changed or written for the cloud rather than ones migrated from on-premises.This focus on the future makes platform services the driver of public cloud service trends. The platform services model offers improved agility but, it aligns new platform elements with valuable cloud application features.Where it falls short is that users must maintain their machine images, because this model doesn't host OS or middleware. Adding a composed platform tool such as Cloud Foundry to manage those elements could address this issue for users.In theory, a public cloud provider like AWS could provide so many platform services that it would effectively be defining a cloud OS. If this were done, and if special development tools were provided to build applications to that cloud OS the same way they're built for current platforms-on-premises platform providers might decide to support it to take advantage of the new applications. Then the cloud would have arrived, shifting the market from the cloud accommodating on-premises platforms, to on-premises platforms accommodating the cloud.

giovedì 31 marzo 2016

Progettazione di Reti WAN: i requisiti

In questo mio articolo, sarà cura e volontà proporre alcuni riferimenti base tratte della mia esperienza in ambito progettuale nel settore Reti (Networking) avendo sempre avuto una passione per apparati come Router e Switches, in particolare del fornitore CISCO.
Tuttavia, questo post tenderà ad accentuare in particolare le caratteristiche delle reti WIDE AREA NETWORK.
Le comunicazioni WAN avvengono fra aree geografiche separate. Quando una stazione finale locale vuole comunicare con una stazione remota (locate su differenti zone, chiamate Siti), le informazioni devono essere inviate tramite uno o più link. I Router, all’interno delle reti WAN, rappresentano dei veri e propri punti di connessione alla rete. Questi apparati, difatti, determinano il percorso più appropriato tramite il quale il traffico deve passare per la trasmissione del flusso di dati. Le comunicazioni all’interno di Reti WAN sono spesso chiamate Servizi poiché il Network Service Provider (o ISP che spesso fa riferimento alla compagnia telefonica) s’incarica di fornire questo a futuri o attuali Clienti.
Parlando di Servizi nelle Reti WAN, ne si possono classificare di due tipi: Packet-Switching e Circuit-Switching. Chiaramente entrambi hanno dei vantaggi e svantaggi.
Per esempio le reti di tipo Circuit-Switched (o CS) offrono agli utenti banda dedicata che non può influire (né negativamente né positivamente) con altri utenti e di contro le risorse di rete possono essere sotto-utilizzate durante il periodo di Basso traffico.
Contrariamente a ciò, Packet Switching (o PS) permettono alle risorse di venir condivise da diversi utenti poichè ogni pacchetto dati non viaggia su un percorso dedicato. Sommariamente, le reti di tipo PS offrono grande flessibilità ed usano la banda di rete più efficentemente rispetto alle reti CS, ma in caso di sovraccarico di rete, i pacchetti dati (IP) possono ritardare o essere scartati. Tradizionalmente si ha un rapporto tra “portata” e “ritardo”: una bassa portata porta un alto ritardo ed un ampio livello di errori, influenzando le comunicazioni WAN. Per le connessioni WAN dev’essere presa in considerazione il cavo ed il suo costo, in particolare dall’ISP al CAMPUS.
Perciò un vero e proprio design di una Rete WAN deve comportare una riduzione del costo di Banda ed ottimizzare quello dell’efficenza. Tuttavia, le problematiche che appaiono nelle suddette Reti sono:
  • Gli aggiornamenti continui della larghezza di banda che aumentano i costi ma non garantiscono un miglioramento definitivo delle prestazioni.
  • Il traffico ricreativo che impegna la banda destinata ad applicazioni urgenti e interattive.
  • L'entusiasmo per il VoIP (Voice over InternetProtocol) il quale svanisce non appena si verificano distorsioni o ritardi del segnale durante l'uso della rete nelle ore di punta.
  • Le applicazioni Intranet in un centro dati principale che risultano di facile accesso ma offrono basse prestazioni.
  • Le prestazioni di applicazioni ERP diminuiscono drasticamente non appena un dipendente esegue la sincronizzazione della posta elettronica in una sede locale.
  • Queste affermazioni suonano familiari? In questaguida verrà presentata una strategia divisa in quattro parti per ottimizzare le prestazioni delleapplicazioni e della rete WAN.

Di conseguenza, tutte le funzionalità e le tecnologie usate nelle WAN, sono sviluppate per adattarsi alle problematiche precedenti, ma più in generale:
  • Ottimizzare la Capacità di Banda
  • Minimizzare il Costo 
  • Massimizzare l’effettivo servizio dato agli utenti.
  • In aggiunta ho notato che le reti tradizionali costituite da Media condiviso, sono state superate per le seguenti richieste:
  • L’utilizzo della rete orientato all’Enterprise
  • Il cambiamento in termini di necessità applicative continua ad accelerare con nuovi sviluppi quali ad esempio tecnologie definite come “internet Push”
  • Con l’aumento dei servizi forniti agli utenti, le applicazioni aumentano la domanda di servizi richiesti alla rete.
  • Un imprecisato numero di connessioni sono state stabilite presso uffici di tutte le dimensioni, utenti remoti, utenti mobili, siti internazionali, customer e internet.
  • La crescita esplosiva di corporate intranet e di extranet ha creato una grande domanda di banda.
  • L’uso di Server Enterprise continua a crescere per servire le necessità lavorative delle organizzazioni.
Inoltre, le nuove reti d’infrastruttura WAN hanno la necessità di diventare più articolate. Esse sono basate su nuove tecnologie ed in grado di affrontare ogni tipo di incremento e di applicazioni miste con livello di servizio Garantito. Leggevo un articolo dove addirittura è previsto un incremento del traffico pari al 300%, per i prossimi 5 anni, che inciterà a contenere i costi delle WAN. C’è da considerare che le connessioni WAN sono generalmente ottimizzate nel rapporto “costo\performance”. I router usate per le connessioni di Reti Campus, per esempio, puntano generalmente:
  • una ottimizzazione del traffico
  • Percorsi multipli od alternativi per ridondanza
  • Definizione della QoS per applicazioni Critiche
  • Concludendo, un progettista di Rete deve anzitutto considerare una soluzione adeguata che consentirà di:
  • Individuare le applicazioni, gli utenti e le sedi che consumano maggiormente la larghezza dibanda disponibile.
  • Garantire la disponibilità della rete per applicazioni critiche, ad esempio SAP, Oracle,Citrix, VoIP ed e-mail.
  • Bloccare e limitare il traffico di rete nondesiderato, ricreativo e dannoso.
  • Utilizzare le tecnologie di compressione e d'accelerazione per ottimizzare la larghezza di banda disponibile.
  • Migliorare e proteggere le prestazioni di applicazioni urgenti e critiche.
  • Limitare il traffico importante ma con priorità inferiore (ad esempio, messaggi di posta elettronica con allegati di grandi dimensioni).

La Paprika: una spezia preziosa

La paprika (o paprica) è una spezia che si ricava da una varietà di peperoni che vengono prima essiccati e poi macinati. Il tipo di peperone che si utilizza per la produzione di paprica è il Capsicum annuum. La spezia è una polvere di colore rossastro le cui sfumature e piccantezza variano in base al tipi di peperoni utilizzati. Vi sono infatti diversi tipi di questa spezia: la paprika dolce di color rosso chiaro e dal gusto appunto dolce, quella semi-dolce caratterizzata da un colore un po’ più scuro e un po’ piccante e d infine la paprica piccante dal colore rosso acceso e molto piccante. La paprika contiene l’ 1 % d’acqua, il 12,9 % di grassi, il 14 % di proteine, il 35% di fibra alimentare, il 10,3 % di zuccheri ed il 7,6 % di ceneri. I minerali: calcio, potassio, sodio, fosforo, ferro, zinco, magnesio, rame, manganese e selenio. Le vitamine: vitamina A, vitamine B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C, Vitamine E, K e J. La paprica contiene alfa e beta-carotene, luteina e zeaxantina. Gli zuccheri si dividono in glucosio, fruttosio, saccarosio e galattosio. Aminoacidi: acido aspartico e acido glutammico, alanina, arginina, cistina, glicina, fenilalanina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, prolina, metionina, serina, tirosina, triptofano, valina e treonina. La paprika contiene capsaicina che è il principio attivo presente nei peperoni e peperoncini ed è una delle sostanze responsabili delle proprietà e dei benefici della spezia. Benefici per la pelle: contiene beta-carotene che viene poi convertito dall’organismo in vitamina A. Questa vitamina ha un ruolo fondamentale per la salute della pelle in quanto la mantiene sana, previene la formazione di rughe e mantiene una carnagione luminosa. Con un cucchiaio di paprika e due di miele si può preparare una maschera di bellezza che andrà applicata per 20 minuti sul viso. Prima dell’applicazione si consiglia di verificare la presenza di eventuali allergie. Vene varicose: recenti studi sostengono l’utilità di questa spezia per trattare le vene varicose, sembra infatti che le proprietà della paprika abbiano effetti benefici su vene e sangue, la sua assunzione regolare è quindi consigliata alle persone interessate da questa patologia. Antinfiammatoria: la spezia, grazie alla presenza di capsaicina, ha proprietà antinfiammatorie che possono contribuire ad alleviare l’artrite ed i dolori articolari. Radicali liberi: ha un buon contenuto di composti antiossidanti (vitamine, beta-carotene, luteina, criptoxantina) che sono in grado di contrastare l’attività dei radicali liberi con conseguenti benefici in termini preventivi di molte malattie, alcune anche gravi. Digestiva: la sua assunzione stimola la produzione di saliva e di acidi nello stomaco favorendo così la digestione. Sonno: la vitamina B6 presente nella paprica contribuisce alla produzione di melatonina ed aiuta quindi a mantenere un normale ciclo del sonno. Salute degli occhi: il colore rosso della paprika è dovuto alla buona presenza di carotenoidi. Questi composti, come ad esempio il beta-carotene, la luteina e la zeaxantina, aiutano gli occhi a filtrare i raggi nocivi del sole evitando patologie come la cataratta e la degenerazione maculare. Abbassa la pressione: è stato dimostrato che la capsaicina ha proprietà utili ad abbassare la pressione arteriosa. Un consumo regolare e moderato è in grado di rilassare i vasi sanguigni con effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio. Fa bene ai capelli: la paprika ha un buon contenuto di ferro, la sua presenza aiuta l’ossigenazione dei bulbi piliferi dei capelli mentre altre sostanze favoriscono la circolazione sanguigna nel cuoio capelluto. Questi due fattori aumentano la salute dei capelli ed aiutano a prevenirne la caduta. Calorie 100 grammi di paprika forniscono 280 calorie. Controindicazioni Non presenta particolari controindicazioni, la sua assunzione è sconsigliata alle persone allergiche o sofferenti di colite. In caso di dubbi rivolgesi al proprio medico. Curiosità L’utilizzo della paprika è molto diffuso in Ungheria da dove si ritiene provenga la spezia di migliore qualità. In Ungheria la parola paprika significa peperone, la spezia viene utilizzata per la preparazione del gulasch, un piatto tipico della cucina ungherese. Pare che in alcune parti del mondo la spezia sia utilizzata per tingere i capelli grigi e dare loro una sfumatura rosso chiaro.

martedì 29 marzo 2016

Liberarsi dalle influenze

Cari lettori e lettrici,
sono diversi i motivi per cui la maggior parte della gente non riesce a essere felice, ma sicuramente uno domina su tutti: spesso le persone si appoggiano troppo alle condizioni esterne, si fanno condizionare dagli altri, dimenticandosi della loro vera personalità, della loro natura più profonda. Quello che spinge a questo comportamento è la paura della critica uno dei mali che più colpisce la nostra società, tanto che alcune delle più grandi industrie moderne hanno imparato a sfruttarla per capitalizzare. Pensate al fenomeno della “moda”: ogni sei mesi siamo costretti a rifarci il guardaroba per stare al passo con i dettami stabiliti non dai compratori, ma dagli stilisti, secondo una strategia che ovviamente permette loro di vendere più vestiti. E la stessa tattica è sfruttata dalle grosse case automobilistiche che ogni stagione cambiano stili e modelli delle proprie vetture cercando di far presa sulla voglia degli uomini di guidare un’auto di ultimo modello. In entrambi i casi si gioca con la paura che molte persone hanno di sentirsi giudicate non adeguate, non al passo con i tempi.



Purtroppo la paura della critica non colpisce solo in queste banali situazioni ma anche negli eventi importanti della vita e deruba le persone dell’iniziativa e del potere della loro immaginazione, limitandone l’individualità e distruggendo la fiducia in se stessi. In questo modo si convive costantemente col terrore di essere disapprovati, si è sempre proiettati verso l’esterno alla ricerca di conferme del proprio valore e della giustezza delle proprie scelte. Ma la cosa più strana è che nella maggior parte dei casi gli unici a giudicarci siamo proprio noi stessi. Agli altri non gliene ne importa niente di come siamo o di che abito indossiamo o di cosa facciamo. Hanno già un sacco di problemi da risolvere, un sacco di cose a cui pensare che non hanno tempo di fermarsi ad occuparsi anche di noi. Siamo noi e solo noi a non valutarci belli, intelligenti, adeguati, all’altezza.
La paura della critica poi, agisce anche in una maniera ancora più subdola: ci costringe a compiere scelte non in base ai nostri principi o bisogni, ma perché ci sentiamo obbligati nei confronti di qualcun altro e non lo vogliamo deludere. Il punto è che l’unica cosa che ci rende davvero felici e appagati è agire come meglio si ritiene. Se facciamo qualcosa senza sentirla nostra ma solo per accontentare i genitori, un amico o il fidanzato, l’emozione che ben presto ci farà visita sarà la frustrazione e rischiamo di provare tutto ciò solamente per sentirci al sicuro, perché la paura della critica altro non è che la paura di sentirsi abbandonati e di restare quindi soli.
C’è un’unica medicina per questa malattia: il coraggio; il coraggio di fidarsi di se stessi, di sentirsi liberi di esprimersi, di vivere al servizio dei propri sentimenti facendo solo ciò che veramente si sente. Il coraggio è quella forza che ci permette di cercare la felicità dentro di noi e che ci fa compiere le nostre scelte seguendo esclusivamente il nostro cuore.

“La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri”

Oscar Wilde

Si educa molto con quel che si dice, ancor più con quel che si fa, ma molto di più con quel che si è


La più grande responsabilità di ognuno di noi è quella che abbiamo verso noi stessi. Tutti dovremmo trovare il coraggio e la forza di prendere in mano la nostra vita e condurla verso le mete alle quali ambiamo, attraverso binari da noi stessi scelti. La buona o la cattiva riuscita dei nostri progetti dipende esclusivamente da noi. È vero, a volte può accadere che un evento esterno, qualcosa che non avevamo calcolato, si frapponga ai nostri piani. A quel punto, comunque, a noi rimane ancora il pieno potere di decidere come reagire: possiamo abbatterci, maledire il destino e abbandonare tutti i nostri sogni, oppure, superata la frustrazione iniziale, alzarci e riprendere a combattere, trovare una soluzione o cambiare strada…
C’è un grande motivo per cui dovremmo scegliere quest’ultima opzione: la nostra vita è un dono troppo prezioso per essere sprecato in sterili lamentele o in continue fughe dal dolore. Abbiamo un potere immenso e dovremmo utilizzarlo in tutta la sua grandezza. Vivere veramente è frutto innanzi tutto di una decisione che va presa ogni volta che si mette il piede giù dal letto. Non siamo nati per soffrire e stare male, ma per realizzare la nostra vera personalità, anche se ciò comporta fatica e impegno.
Tutti noi, inoltre, nel nostro piccolo, siamo in parte responsabili del mondo in cui viviamo, sia dei suoi aspetti positivi sia, che ci piaccia o no, di quelli negativi. Non possiamo dare sempre la colpa agli altri e aspettarci che le cose cambino da sole. Anche noi dovremmo fare la nostra parte e a volte basta davvero poco. Uno dei primi impegni che potremmo prenderci è diventare un esempio per le generazioni future. I nostri figli, nipoti o fratellini, ci osservano e ripetono tutto quello che facciamo. Se ci comportiamo male con gli altri, loro faranno altrettanto, se non abbiamo rispetto per l’ambiente che ci circonda, anche loro non se ne cureranno, se siamo persone che si arrendono davanti alle difficoltà e non combattono per ciò che vogliono, molto probabilmente loro non cresceranno diversamente. Per dare un vero esempio, non basta comportarsi nel migliore dei modi, bisogna diventare una persona migliore, perché i bambini sentono e vedono in maniera più profonda di quanto sappia fare un adulto. Allora impegniamoci a diventare la persona che vogliamo, facciamolo per noi, per i nostri cari e per il loro futuro.

martedì 22 marzo 2016

La nostra generazione dei Bambini Indaco

Cari lettori e lettrici, 
sono stato coinvolto in questi giorni ad analizzare la figura di una persona ma soprattutto un gruppo di persone. 
Quindi come fate a sapere se voi siete un Bambino o un Adulto Indaco o se lo è qualcuno che conoscete?
Descrivo le principali caratteristiche che contraddistinguono queste persone, ma voglio sottolineare che il fenomeno Indaco è il passo successivo nella nostra evoluzione come specie umana. 



Tutti noi, in qualche modo, assomigliamo sempre di più alle persone Indaco. Esse sono qui per mostrarci il cammino, e quindi le informazioni possono essere applicate, in modo più generale, a tutti noi, nel momento in cui compiamo la transizione allo stadio successivo della nostra crescita ed evoluzione.
I Bambini Indaco hanno cominciato ad incarnarsi sulla Terra negli ultimi 100 anni. I primi Indaco erano pionieri e “apripista”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ne sono nati un numero considerevole e questi sono gli adulti Indaco di oggi. Tuttavia, è a partire dagli anni ’70 che si ha un’ondata più massiccia di nascite Indaco, e quindi abbiamo un’intera generazione di Indaco che oggi hanno un’età che va dai 30 ai 35 anni circa e che stanno per prendere il loro posto di leader nel mondo. Gli Indaco hanno continuato a nascere fino al 2000 circa, con accresciute capacità e livelli di perfezionamento tecnologico e creativo. 



Questi sono bambini estremamente potenti, il cui proposito principale è quello di condurci al livello successivo della nostra evoluzione e di rivelarci il nostro potere e divinità interiori. Funzionano come una coscienza di gruppo piuttosto che come individui, e vivono secondo la “Legge dell’Uno” o Coscienza d’Unità. Essi sono una potente forza d’amore e di pace sul pianeta.
Gli Adulti Indaco sono composti da due gruppi. Innanzitutto, ci sono quelli che erano nati come Indaco e che ora stanno compiendo la transizione verso lo stadio Cristallo. Questo significa che intraprendono una trasformazione spirituale e fisica che risveglia la loro coscienza “Cristica” o “Cristallo” e li collega ai bambini Cristallo come parte dell’ondata di cambiamento evolutivo.
La prima cosa che la maggior parte della gente nota in queste persone sono i loro occhi, grandi, penetranti e saggi al di là della loro età. I loro occhi vi incantano e vi ipnotizzano, mentre vi rendete conto che la vostra anima viene messa a nudo, affinché il bambino possa vederla. Forse avete notato questa nuova “razza” speciale di bambini che sta rapidamente popolando il nostro pianeta. Sono felici, deliziosi e inclini al perdono.
Gli Indaco hanno uno spirito guerriero, poiché il loro proposito collettivo è di spazzare via tutti i vecchi sistemi che non ci servono più. Essi sono qui per sovvertire i sistemi legali, educativi e governativi che mancano d’integrità. Per adempiere a questo fine, hanno bisogno di un carattere forte e di una fiera determinazione.



Gli adulti che resistono al cambiamento e che danno importanza al conformismo possono fraintendere gli Indaco. Essi vengono spesso etichettati con diagnosi psichiatriche di Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD= Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o Disturbo da Deficit dell’Attenzione (ADD=Attention Deficit Disorder). Purtroppo, se curati in tal senso, spesso gli Indaco perdono la loro meravigliosa sensibilità, i doni spirituali e l’energia combattiva... Al contrario, i Bambini Cristallo sono deliziosi e tranquilli. Occasionalmente possono avere degli attacchi d’ira, ma questi bambini sono molto comprensivi e accomodanti. I Cristallo sono la generazione che beneficia dell’innovazione degli Indaco. Prima, i Bambini Indaco aprono la strada con un machete, tagliando tutto ciò che manca d’integrità, poi i Bambini Cristallo seguono il sentiero ripulito, per condurci in un mondo più sicuro.
I Bambini Indaco percepiscono la disonestà, come un cane percepisce la paura. Gli Indaco capiscono quando una persona mente, quando vengono trattati con condiscendenza o manipolati. E poiché il loro proposito collettivo è quello di introdurci in un nuovo mondo d’integrità, il loro sistema di rilevazione di menzogne è integrale. Come sopra menzionato, lo spirito guerriero fa paura a molti adulti e gli Indaco non sono in grado di conformarsi a situazioni destabilizzanti a casa, al lavoro o a scuola. Non hanno la capacità di dissociarsi dalle loro sensazioni e far finta che vada tutto bene... a meno che non siano sedati o trattati farmacologicamente.

Nel nuovo mondo che gli Indaco stanno introducendo,a livello intuitivo saremo tutti molto più consapevoli dei nostri pensieri e sensazioni. Non faremo più molto affidamento sulla parola scritta o orale.
Questi bambini sono degni di meraviglia, non di etichette di disfunzione. Se c'è qualcosa di disfunzionale, sono i sistemi che non si adattano alla continua evoluzione della specie umana. Se disonoriamo i bambini con etichette, o li sediamo per sottometterli, avremo minato le basi di un dono mandato dal cielo. Annienteremo una civiltà prima che abbia il tempo di mettere radici. Per fortuna, esistono molte soluzioni ed alternative positive e lo stesso cielo che ci ha mandato i Bambini Cristallo aiuterà quelli di noi che dovranno proteggere questi bambini... "
Questo perché non si sono mai incarnati sulla Terra e le loro anime spesso si sentono più a casa fra le stelle. Arrivano in questo periodo come una squadra con “un incarico speciale” per aiutare la Terra e i suoi abitanti nella loro transizione e rinascita come una “Nuova Terra” di dimensiona più elevata.
Tuttavia, mentre questi esseri appaiono come normali esseri umani, hanno, in realtà, accesso ad una portata più grande del potenziale umano. Possiedono la consapevolezza di chi sono, e sono più vicini al riconoscimento delle loro origini ed essenza divini.
Questo accesso Dimensionale Superiore e i doni d’anima del Raggio Indaco fanno sì che gli Indaco siano più intelligenti naturalmente, più sensibili e più chiaroveggenti. Sono anche creativi, e spesso capaci di accedere agli emisferi destro e sinistro del cervello con facilità, il ché li rende dotati a livello artistico, ma anche competenti in campo tecnologico ed avventurosi.
Uno dei doni di queste persone è comprendere che gli Umani stanno diventando consapevoli di chi sono veramente: essi sono Spiriti in corpi Umani, e sono, in altre parole, Angeli in forma umana.
Siamo stati consapevoli delle nostre connessioni con i regni superiori per molte migliaia di anni, ma abbiamo sempre percepito che l’essere “umano” e lo stato materiale ci hanno, in qualche modo, precluso la nostra eredità angelica. Abbiamo parlato del nostro “Sé Superiore”, sapendo che avevamo accesso a questo aspetto di noi stessi, ma in qualche modo non faceva parte di chi eravamo, e vi si poteva accedere soltanto con la meditazione.
Loro sono in grado di accedere con facilità ad entrambi i regni materiale e spirituale. Non c’è più alcun bisogno di meditazioni intense, poiché l’accesso al regno dello spirito è immediato ed evidente. A questo punto si può dire che il Sé Superiore e il Sé Inferiore si sono fusi insieme e l’Essere Umano è ora un Angelo Umano.
L’Angelo Umano è costantemente consapevole di se stesso come entità Angelica, Potente e Creativa. Non ha tempo o bisogno di cose quali la paura e il vittimismo. Impiega meglio il suo tempo, creando il tipo di realtà in cui è felice e soddisfatto.
Fino a poco tempo fa, tutti gli umani sulla Terra nascevano come esseri di Terza Dimensione. Ciò significa che essi si trovavano completamente immersi nel piano o regno materiale e che la loro coscienza era “chiusa” nella Terza Dimensione. Essi funzionavano sui primi tre chakra: materiale, emozionale e mentale. Se esisteva spiritualità, questa era solitamente percepita come qualcosa al di fuori del normale funzionamento quotidiano.
Quando la consapevolezza Indaco si apre ad un livello di coscienza alto c’è spesso un rifiuto verso tutti i sistemi di credenza e c’è una coscienza della libertà di creare modelli di pensiero e d’essere nuovi e alternativi. La persona Indaco si fa carico della missione planetaria, che è quella di creare e d’introdurre nuovi modelli di pensiero e d’essere sul Pianeta Terra.




Riassumendo, quindi, i bambini indaco
  • Sono impossibili da spronare
  • devono muoversi molto, non riescono a stare fermi a lungo.
  • è facile che soffrano di allergie ed eruzioni cutanee
  • per lunghi periodi pur essendo stanchi non si riposano
  • spesso non hanno “i piedi per terra”, sono come sospesi
  • sanno parlare in modo sicuro, logico, privo di emozione
  • non si lasciano punire, si autoinfliggono eventualmente delle punizioni
  • sono estremamente sensibili e passionali, ma anche forti e indipendenti
  • si sentono creativi e spiritualmente più evoluti degli altri 
  • nelle situazioni difficili, dimostrano forza e danno coraggio ai più deboli
  • non tollerano la superficialità nel rapporto con le persone
  • esigono idee precise e progetti chiari dai suoi colleghi/collaboratori
  • vuole essere trattato alla pari da tutti. 
  • Non soffrono di alcun senso di inferiorità nei confronti di nessuno
  • per lo più fanno quello che ritengono giusto, anche contro l’opinione altrui
  • non tollerano che si prendano decisioni per loro a loro insaputa
  • di norma rifiutano quel che gli si dice e “fanno orecchi da mercante”
  • sono aperti alle nuove proposte e agli stimoli con buone finalità
  • vogliono rendere note le loro opinioni e le loro idee
  • capiscono meglio i concetti spirituali che quelli materiali
  • vivono secondo principi e ideali nobili anche se non sempre compresi
  • conoscono i propri doveri senza bisogno che vengano loro rimarcati, cosa che li infastidisce moltissimo
  • sanno che l’energia spirituale è presente in tutte le creature, che tutto è in uno, e che noi siamo uniti l’uno con l’altro e vivono in allineamento con questo.



Esistono quattro tipi diversi di Indaco, ciascuno con uno scopo di vita ben preciso:

• UMANISTA: il primo tipo è quello dell’umanista, che svolgerà il suo lavoro a contatto con le masse. Sono i medici, gli avvocati, gli insegnanti, i commercianti, gli uomini d’affari e i politici di domani. Saranno al servizio delle masse, e sono iperattivi. Sono estremamente socievoli. Parlano con tutti, in qualunque situazione, sono estremamente affabili; hanno opinioni molto radicate. Inoltre non si sentono a loro agio nel corpo fisico, sono iperattivi, come ho detto, e talvolta si scontrano coi muri perché dimenticano di usare i freni. Non sanno giocare con un giocattolo alla volta, devono tirarli fuori tutti, averli tutti lì davanti, anche se poi magari non li toccano nemmeno. Sono quel tipo di ragazzi a cui non basta dire una volta di riordinare la loro stanza, bisogna continuamente ricordarglielo perché si distraggono facilmente. Entrano nelle loro camerette, cominciano a mettere ordine, ma poi vedono un libro; allora si siedono e si mettono a leggerlo, perché sono avidi lettori. Ieri mi trovavo a bordo di un aereo e c’era un piccolo Indaco di tre anni che faceva i capricci. Sua madre gli ha dato il manuale di emergenza, e lui l’ha aperto per guardare le illustrazioni. Il bambino è rimasto lì seduto, con un’espressione molto seria, e leggeva con grande sussiego e immedesimazione. Ha studiato il libretto per cinque minuti, e sebbene io sappia che lui non era in grado di leggerlo, so anche lui credeva proprio di far questo, almeno mi è sembrato. Quello è l’umanista Indaco.

• CONCETTUALE: il secondo tipo è quello dell’Indaco concettuale. I concettuali sono più interessati ai progetti che alle persone. Sono gli ingegneri, gli architetti, i designer, gli astronauti, i piloti e i militari di domani. Non si sentono a disagio fisicamente e spesso sono molto atletici fin da bambini. Hanno problemi di controllo, e la persona che cercano di controllare di più, se sono maschi, è la loro madre. Le bambine invece cercano di controllare i loro padri. Se glielo si lascia fare, si creano problemi, anche gravi. Durante l’adolescenza questo tipo di Indaco tende a sviluppare delle forme di dipendenza, specialmente rispetto agli stupefacenti. 1 genitori devono tenere l’occhio puntato sul loro comportamento, e quando questi ragazzi cominciano ad appartarsi, o mettono cartelli del tipo “Proibito entrare”, è il momento che la madre faccia un controllo in camera loro.


•   ARTISTA: poi esiste il tipo dell’artista. Questo tipo di Indaco è molto più sensibile e spesso è fisicamente più minuto, sebbene ci siano eccezioni. Sono ragazzi più orientati verso l’arte. Sono creativi, e saranno gli insegnanti e gli artisti di domani. Qualunque cosa facciano, la affrontano dal lato creativo. Se si occupano di medicina, possono scegliere di diventare chirurghi o ricercatori. Nel campo delle belle arti sono attori eccezionali. Fra i quattro e i dieci anni di età c’è caso di vederli scegliere quindici attività creative diverse e praticarne una per cinque minuti lasciandola subito da parte. Quindi dico sempre alle madri di artisti e musicisti: «Non comprate loro gli strumenti   noleggiateli!». L’artista Indaco magari studia cinque o sei strumenti diversi, ma una volta divenuto adolescente fa una scelta e diventa artista in quel campo o in quell’attività.


•   INTERDIMENSIONALE: il quarto tipo è quello dell’Indaco interdimensionale. Sono i più robusti fra tutti gli Indaco e fin dall’età di uno o due anni non gli si può più dire niente. Loro ti rispondono: «Lo so. Lo so fare. Lasciami stare». Sono i ragazzi che porteranno nel mondo nuove filosofie e nuove religioni. Possono permettersi di fare i bulli perché sono grandi e grossi e anche perché non si conformano agli altri tipi di Indaco.

venerdì 4 marzo 2016

Il segreto per trovare...il Tesoro!

Cari lettore/rice,
sarà capitato anche a te di ritrovarti nel caos e nella frenesia quotidiana, di sentirti inconcludente, non produttivo, tirato in direzioni che non hai scelto e soprattutto che non ami! Magari ti sta capitando proprio in questo momento.
E’ una sensazione che ho conosciuto molto bene ed che mi ha stimolato nella ricerca di una formula magica, di una tecnica da avere a portata di mano all’occorrenza.
Ho letto numerosi libri, frequentato seminari, applicato le tecniche più evolute di gestione del tempo per poi scoprire che la soluzione è straordinariamente semplice ed a portata di mano di tutti noi: l’AZIONE! E dire che l’avevo letto e sentito nel mio percorso formativo ma non ne avevo mai compreso la potenza.
Infatti, dopo tanto concettualizzare su cosa dovesse rappresentare la mia missione di vita, su come avrei dovuto prioritizzare i miei obiettivi ho finalmente compreso che esiste in solo modo per crescere e per raggiungere il traguardo di vita desiderato: agire, muoversi, fare!
Tutte le tecniche che ho avuto modo di illustrare in altri post esercitano un effetto potenziante sulla nostra vita e sulle nostre azioni. Senza le azioni di va molto lontano.
Pensa a quanto possa essere suggestivo lo slogan “Just do it!” che va ben oltre la promozione di un paio di scarpe sportive.
Il fare consente di completare una porzione del percorso che ci separa dal traguardo desiderato. Agisci ignorando quella vocina che ci ricorda la paura del fallimento, dell’insuccesso.
L’insuccesso non esiste! Nella mente delle persone di successo il fallimento rappresenta qualcosa di positivo.
Thomas Edison è famoso per l’invenzione del fonografo e della lampadina. In realtà non inventò la lampadina, ma contribuì a migliorarla. Fece numerosi tentativi fallimentari (si dice circa 2.000) al fine di migliorarla. Durante un’intervista alla domanda: “Come si è sentito a fallire duemila volte nel fare una lampadina?”. Edison rispose: “Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecento-novantanove modi su come non va fatta una lampadina. “
Mi piacerebbe tanto che questo messaggio giungesse a te  in modo chiaro e forte, a te che come me cerchi un modo per essere più efficace nella gestione della tua vita. Mi permetto di consigliarti di dare importanza e grande significato al segreto dell’agire e di provare da subito.
Concentrati esclusivamente sull’azione e vedrai che la nebbia si dissolverà. Non credi sia possibile? Prova! Non importa cosa, fa qualcosa e fallo con la piena consapevolezza.
Focalizzando l’attenzione sul fare, lascerai cadere le ansie, gelosie, rabbia, dolore, preoccupazioni….e cosa più importante starai costruendo il primo mattone per un risultato più grande ed imponente.
Prendi azione! :-)


venerdì 26 febbraio 2016

La felicità ed amore come base di tutto

Ogni parola che utilizziamo è come un’àncora: si tira dietro immagini e sensazioni, associate ai condizionamenti culturali e del nostro passato. Alcune di queste parole hanno un impatto molto profondo su di noi. Ogni volta che le utilizziamo o le sentiamo pronunciare, si genera in noi un’esperienza interiore sufficientemente forte da attirare gran parte della nostra attenzione. Sono come filtri che si frappongono tra noi e la realtà, cancellandola o deformandola.
Sono parole ipnotiche: ci riportano nel passato, impedendoci di vivere nel qui ed ora.
Amore e bellezza sono parole ipnotiche, che pronunciamo in continuazione. Il significato che ad esse comunemente attribuiamo ci allontana dalla realtà.
La visione duale alla quale siamo stati educati, corrompe la nostra percezione della realtà. Il linguaggio che adoperiamo ci fa sentire fragili monadi approdate su un pianeta frammentato, in perenne conflitto. Per recuperare il senso di unità e armonia, depuriamo le parole dalla corruzione.
Krishnamurti è un maestro nel farci riflettere sul significato delle parole ipnotiche, guidandoci attraverso le sue domande a riscoprire il loro valore autentico. La verità ci rende liberi. E la scoperta della verità inizia quando cominciamo a utilizzare le parole in modo non corrotto.

Krishnamurti, La ricerca della felicità


Ieri sera mi domandai inevitabilmente che cosa fosse la bellezza. C’è una reazione immediata a ciò che è bello, e anche a ciò che è brutto, ossia la risposta del piacere o del dolore, e noi mettiamo quel sentimento in parole dicendo: «Questo è bello» oppure: «Questo è brutto». Ma quello che importa non è il piacere o il dolore; piuttosto è l’essere in comunione con ogni cosa, è la sensibilità sia al brutto che al bello.
Allora, che cos’è la bellezza? Questa è una delle domande fondamentali; non è una domanda superficiale, quindi non accantonatela subito. Capire che cos’è la bellezza, avere quel sentimento del bene che inizia quando la mente e il cuore sono in comunione con qualcosa di bello, senza nessun impaccio e in modo da sentirsi completamente a proprio agio: sicuramente ciò ha un gran significato per la vita, e se non conosciamo queste reazioni alla bellezza le nostre vite saranno completamente superficiali. Si può essere circondati da grande bellezza, dalle montagne, dai campi, dai fiumi, ma se non si è vitali di fronte a tutto ciò è proprio come se si fosse morti.
Voi, ragazze e ragazzi e adulti, fatevi soltanto questa domanda: che cos’è la bellezza? Pulizia, ordine nei vestiti, un bel sorriso, un gesto aggraziato, il ritmo della camminata, un fiore nei capelli, buone maniere, chiarezza nel parlare, sollecitudine, essere ben considerati dagli altri, puntualità… Tutto ciò fa parte della bellezza; ma questa è solo la superficie. Ed è tutto riguardo alla bellezza o c’è qualcosa di molto più profondo?
C’è la bellezza della forma, la bellezza del disegno, la bellezza della vita. Avete mai osservato la bella forma di un albero quando il suo fogliame è rigoglioso, o la straordinaria delicatezza di un albero spoglio che si staglia contro il cielo? Simili cose sono belle da contemplare. Ma sono tutte espressioni superficiali di qualcosa di molto più profondo. Allora che cos’è quel che chiamiamo bellezza?
Potete avere un bel viso, belle fattezze, potete vestirvi con buon gusto e avere maniere raffinate, potete dipingere bene o scrivere sulla bellezza del paesaggio, ma senza quel sentimento interiore del bene tutti gli annessi e connessi della bellezza conducono a una vita molto superficiale e sofisticata, a una vita senza gran significato.
Perciò dobbiamo scoprire che cos’è realmente la bellezza, non è vero? Fate attenzione, non sto dicendo che dovremmo evitare le espressioni esteriori della bellezza. Tutti dobbiamo avere buone maniere, dobbiamo essere puliti e vestire con gusto, senza ostentazione, dobbiamo essere puntuali, chiari nel nostro parlare, e tutto il resto. Questi elementi sono necessari e creano una piacevole atmosfera; ma in se stessi non hanno grande significato.
E che cos’è questa bellezza interiore senza la quale la vita è così superficiale? Ci avete mai pensato? Probabilmente no. Siete troppo occupati, le vostre menti sono troppo prese dallo studio, dal gioco, dal parlare, dal ridere e dallo stuzzicarvi gli uni con gli altri. Ma aiutarvi a scoprire che cos’è la bellezza interiore, senza la quale la forma esteriore e il movimento hanno pochissimo significato, è una delle funzioni della corretta educazione; e il profondo apprezzamento della bellezza è una parte essenziale della vostra vita.
Una mente superficiale può apprezzare la bellezza? Può parlare di bellezza; ma può sperimentare lo sgorgare di questa immensa gioia guardando qualcosa che è davvero bello?
Quando la mente si interessa soltanto a se stessa e alle proprie attività, non è bella; qualunque cosa faccia rimane brutta, limitata, e quindi è incapace di sapere che cosa sia la bellezza.
Invece una mente che non si interessa a se stessa, che è libera dall’ambizione, una mente che non è imprigionata nei propri desideri né spinta dalla ricerca del successo, una simile mente non è superficiale e fiorisce nel bene.
Capite?
È questa bontà interiore
che conferisce bellezza,
persino a una cosiddetta brutta faccia.
Quando c’è la bontà interiore la brutta faccia si trasforma, perché la bontà interiore è davvero un sentimento profondamente religioso.
Sapete che cosa significa essere religiosi? Non ha nulla a che vedere con le campane dei templi, anche se da lontano hanno un bel suono, né con le puja indù e nemmeno con le cerimonie dei preti e tutti gli altri insensati ritualistic. 
Il vostro intero essere – corpo, mente e cuore – è sensibile alla bellezza e alla bruttezza, all’asino legato a un palo, alla povertà e al sudiciume della città, alle risate e alle lacrime, a ogni cosa intorno a voi.
Da questa sensibilità per l’intera esistenza scaturiscono la bontà e l’amore.
Senza questa sensibilità non c’è bellezza, anche se potete avere talento, essere vestiti molto bene, guidare un’automobile costosa ed essere scrupolosamente puliti.
L’amore è qualcosa di straordinario. Non potete amare se state pensando a voi stessi – e questo non vuol dire che dovete pensare a qualcun altro.
L’amore è, non ha oggetto.
La mente che ama è realmente una mente religiosa perché sta all’interno del movimento della realtà, della verità, di Dio, ed è solo una simile mente quella che può sapere che cosa sia la bellezza.
La mente che non è prigioniera di alcuna filosofia, che non è rinchiusa in nessun sistema o fede, che non è spinta dalle proprie ambizioni e perciò è sensibile, attenta, osservatrice, essa possiede la bellezza.
È importantissimo che impariate da giovani a essere ordinati e puliti, a stare seduti come si deve senza fare movimenti irrequieti, ad avere buone maniere a tavola e a essere riguardosi e puntuali; ma tutte queste cose, per quanto necessarie, sono superficiali, e se coltivate soltanto ciò che è superficiale senza comprendere ciò che è più profondo non conoscerete mai il vero significato della bellezza.
Una mente che non appartiene a nessuna nazione, gruppo o società, che non guarda a nessuna autorità, che non è motivata dall’ambizione o dominata dalla paura, una simile mente fiorisce sempre nell’amore e nella bontà.
Poiché sta nel movimento della realtà, essa sa che cos’è la bellezza; sensibile sia al brutto che al bello, è una mente creativa, dotata di una comprensione illimitata
Bellezza, amore. Due parole spesso associate.
C’è una convinzione diffusa che la prima sia un prerequisito della seconda: senza bellezza, non ci può essere amore.
Molti giovani oggi credono in questa equivalenza. E’ un fatto culturale: pubblicità, TV, veline, top model ecc. E molti soffrono perché temono di esser tagliati fuori.
Torniamo alle domande che pone Krishnamurti: di quale bellezza stiamo parlando? Di quale amore?
Domanda: Qual è il motivo per il quale, dalla nascita alla morte, le persone vogliono sempre essere amate e perché se ciò non accade esse non mostrano la stessa sicurezza in se stessi dei loro simili?
Pensate davvero che i loro simili siano così sicuri di sé? Possono anche camminare impettiti, darsi delle arie, ma scoprirete che dietro l’apparenza di sicurezza molte persone sono vuote, banali, mediocri, e non sono realmente sicure di sé.
E perché desideriamo essere amati? Non desiderate forse essere amati dai vostri genitori, dai vostri insegnanti, dai vostri amici? E, se siete adulti, volete essere amati da vostra moglie, da vostro marito, dai vostri figli o dal vostro guru. Qual è la ragione di questa costante brama d’amore? Ascoltate attentamente.


Volete essere amati perché non amate;
ma nel momento stesso in cui amate,
è tutto finito: non vi preoccupate più
di sapere se qualcuno vi ama.


Finché chiedete di essere amati, non ci sarà amore in voi; senza amore siete inguardabili, imbruttiti, e per quale ragione dovreste essere amati?
Senza amore siete una cosa morta.
Quando una cosa morta chiede amore è pur sempre morta.
D’altra parte, se il vostro cuore trabocca d’amore, non chiederete mai di essere amati, né porgerete mai il vostro cappello di mendicante d’amore perché qualcuno vi faccia l’elemosina.
Soltanto chi è vuoto chiede di essere riempito e un cuore vuoto non potrà mai essere riempito correndo dietro a un guru o cercando amore in cento altri modi.

L'armonia dei conflitti

Cari lettori e lettrici,
vorrei condividere con voi questa riflessione che e' sorta nel corso della settimana che sto spendendo. Parlo di conflitti.
A chi non capita di entrare in conflitto con qualcuno? Le incomprensioni sono all’ordine del giorno, poco importa se alla base vi siano futili motivi o questioni di valore. Il risultato non cambia: gli istinti emotivi, specie se sotto stress, finiscono con il prendere il sopravvento e addio lucidità.
Le forti emozioni sono sia la causa che il risultato del conflitto. Una situazione conflittuale può far
nascere nelle persone una serie di emozioni forti che molto spesso possono essere negative, come la paura e la sfiducia. Di frequente, tutte queste sensazioni nascondono la vera questione della quale si sta discutendo. Le emozioni sono irrazionali e devono quindi essere incanalate per risolvere il conflitto in modo armonioso. 

Per controllare gli stati emotivi, il primo passo è imparare a conoscere le emozioni (proprie e altrui) e a gestirle in modo sano e costruttivo. Il conflitto è fisiologico e non va necessariamente evitato, ma piuttosto riconosciuto e gestito. Scaturisce generalmente da un evento, magari una frase detta o ascoltata, cui segue un’interpretazione spesso e volentieri errata, influenzata dal nostro vissuto personale.
Tutto ciò determina una molteplicità di reazioni: una emotiva, una fisica e infine una comportamentale. All’innescarsi del conflitto, l’atteggiamento nei confronti del nostro interlocutore cambierà e determinerà a lungo termine un effetto sull’intera relazione.




Ecco alcune azioni positive finalizzate alla conquista e al mantenimento del controllo emotivo, così da non cedere a rabbia e altri sentimenti negativi:

1. Chiamate l’emozione con il suo vero nome
Se sentite affiorare la rabbia, fermatevi e pensate a quale emozione state provando realmente. Chiamate
l’emozione con il suo vero nome, fate sì che la rabbia non la sostituisca.

2. Siate imparziali

Le azioni positive sono volte ad incanalare la frustrazione e le problematiche nel modo giusto, evitando di giudicare o condannare l’altra persona. 


3. Esprimetevi in modo chiaro e diretto

Niente giochi, dissimulazioni o manipolazioni. Comunicate in modo onesto e diretto. Provate ad utilizzare delle metafore per descrivere e far comprendere all’altra persona le emozioni che state provando. 


4. Non incolpate né attaccate l’altra persona
Non c’è ragione di trasformare la nostra rabbia in un attacco all’altra persona. Parlate in prima persona per assicurarvi di non incolpare o attaccare il vostro interlocutore.

5. Ricordate: non sono gli altri a scatenare i nostri sentimenti.
Il comportamento degli altri può influire sui nostri sentimenti, ma non è l’altra persona a scatenarli direttamente. Se stiamo per dire: “mi fai arrabbiare”, fermiamoci e pensiamo a cosa determina tale stato d'animo.
Queste piccole azioni aiuteranno ad incanalare gli aspetti emotivi insiti in situazioni conflittuali e ad appianare la divergenza di vedute in modo professionale e senza stress negativo. Come diceva Dale Carnegie: “Quando avete a che fare con le persone, ricordate che queste sono creature figlie non della logica, bensì delle emozioni”.

giovedì 28 gennaio 2016

Guided Yoga Anukalana Class











































Ecco un breve Video Turorial nel quale viene brevemente presentata un tipo di lezione che conduco presso lo Spazio Luce a Milano. Ho appreso questo nuovo tipo di Yoga chiamato dal mio insegnante Anukalana.

 La storia di Anukalana è un ricco viaggio tra esigenze e intuizioni. Questo metodo infatti si è
sviluppato per rispondere ad alcune esigenze che sicuramente anche tu avrai incontrato nel tuo percorso di crescita personale e spirituale, e per fondere insieme molte intuizioni che si chiamavano l'una con l'altra. Una delle cose che mi ha sempre caratterizzato è la voglia di scoprire e conoscere i molteplici modi in cui il Benessere e l'Autorealizzazione possono essere raggiunti efficacemente e mantenuti nel tempo.
Si sono integrate le varie discipline (Yoga, Meditazione, Pranayama, Thai Chi, Qi Gong, ecc.) alla ricerca di un metodo pratico e realmente efficace che potesse dare i benefici di ognuna dell pratiche seguite. Ne è nato un sistema molto potente... anzi all'inizio, anni fa durante i miei primi lavori di integrazione, avevo sviluppato delle sequenze di pratica che portavano fin troppa energia!
Ho dovuto lavorare molto per raffinare il sistema e arrivare ad una formula definitiva. Nel tempo ho potuto sviluppare una didattica che mi permette di trasmetterla agli allievi in modo efficace.
La prima esigenza quindi a cui Anukalana ha risposto è stata quella di avere una metodo completo
che permetta di lavorare approfonditamente e contemporaneamente sui vari livelli della propria esistenza in modo realmente efficace e completo. Una cosa tipica di quando si riduce l'attività sportiva è il sorgere di campanellini d'allarme che partendo da una zona del corpo cercano di avvertirti che alcune strutture sentono la mancanza degli allenamenti a cui erano abituate.
Avendo praticato arti marziali e altri sport molto dinamici per oltre vent'anni il mio corpo non ha gradito che io smettessi quasi improvvisamente per lasciare come unica attività fisica lo Yoga. Lo Yoga infatti, per come lo ho imparato dal mio Maestro, non andrebbe mai confuso con un'attività fisica! non è chiaramente uno sport, e se vogliamo dirla tutta ogni Yogi dovrebbe coltivare nella sua vita uno sport, sia per la salute fisica sia per cultura e spazio ricreativo. Fin che lo sport trovava il suo spazio nelle mie giornate infatti, lo Yoga è sempre stato una pratica su cui basavo la ricerca di una crescita soprattutto spirituale, e così è stato per molti anni. Anche le asana le ho sempre praticate fino a quel momento come uno strumento per stimolare e regolare i centri sottili. Non avevo bisogno di cercare flessibilità, agilità o tono nello Yoga... lo sport già me lo dava abbondantemente.
Ma quando ho dedicato tutto il mio tempo allo Yoga ho dato a questa pratica lo spazio anche per aumentare ulteriormente flessibilità, tono ecc. Immagina un corpo che ha muscoli tonici, smette di allenarli e poi continua ad allungarli.... un corpo che smette di saltare correre, rotolare volteggiare... e passa ore seduto nel loto per meditare. Il risultato dolori che spuntano, ecc... ok dopo un pò di stupore (ma come faccio yoga da tanti anni e ora ho questi dolori?) Anukalana ha risolto tutto. Non solo ho
potuto integrare nella mia pratica Yoga quotidiana elementi che provenendo dalle arti marziali come il Tai Chi o il Kung Fu mantenessero vivo il tono energetico e muscolare ma ho sviluppato un sistema che adoro di manovre derivanti da tecniche di riabilitazione apprese lavorando negli anni nel campo delle discipline bionaturali e corporee, che hanno sorprendentemente debellato ogni dolorino e aperto in modo inaspettato aree del corpo che davo per scontato fossero già al loro massimo grado di apertura. Il tutto praticando Yoga. Senza stravolgere niente e senza fare minestroni dove c'è un pò di tutto e niente di completo.
Oggi il mio modo di respirare e muovermi è cambiato molto e il livello di consapevolezza che Anukalana sviluppa mi permette di sentire bene di momento in momento cosa il mio corpo chiede e
soddisfarlo nella pratica. Posizioni difficili divengono facili e sicure, il corpo si apre velocemente, l'energia scorre in ogni giuntura e regione del corpo e lo stato vitale è pieno :-) la terza esigenza. La mia esperienza Yogica è iniziata e cresciuta in un contesto legato al Tantra. La Meditazione quindi è la pratica più importante. Meditazione seduta, lunghe sessioni quotidiane.
A volte la mente però è difficile da tenere concentrata per eseguire tecniche non sempre facili.
Ho avuto la fortuna di essere guidato da monaci tantrici che con una mente molto aperta mi hanno sempre incoraggiato a fare continua ricerca mantenendo bene salda la costanza nella pratica quotidiana. E così negli anni ho imparato da molte tradizioni le diverse tecniche che portano la
coscienza ad espandersi. Rimane però il fatto che non si può praticare tutto perchè si finirebbe per non ottenere niente. Ho lavorato sul principio di integrazione anche qui mettendo a punto un modo di
affrontare la meditazione che oggi mi permette di svolgere la mia pratica di Meditazione Tantrica senza sforzo e con rinnovata passione. Dalle varie tradizioni che ho avuto modo di approfondire o appreso molti elementi ed è stato un lungo lavoro cercare di integrarli senza ricadere nel già menzionato minestrone che non porta a niente. Dove conviene dirigere maggiormente la consapevolezza? quali strumenti posso usare per affinare la concentrazione e mantenerla nel tempo? come scrollarsi di dosso velocemente stress quotidiano e tensioni tipiche per entrare nello stato meditativo con una mente leggera e una coscienza serena IN OGNI SEDUTA ?