venerdì 26 febbraio 2016

La felicità ed amore come base di tutto

Ogni parola che utilizziamo è come un’àncora: si tira dietro immagini e sensazioni, associate ai condizionamenti culturali e del nostro passato. Alcune di queste parole hanno un impatto molto profondo su di noi. Ogni volta che le utilizziamo o le sentiamo pronunciare, si genera in noi un’esperienza interiore sufficientemente forte da attirare gran parte della nostra attenzione. Sono come filtri che si frappongono tra noi e la realtà, cancellandola o deformandola.
Sono parole ipnotiche: ci riportano nel passato, impedendoci di vivere nel qui ed ora.
Amore e bellezza sono parole ipnotiche, che pronunciamo in continuazione. Il significato che ad esse comunemente attribuiamo ci allontana dalla realtà.
La visione duale alla quale siamo stati educati, corrompe la nostra percezione della realtà. Il linguaggio che adoperiamo ci fa sentire fragili monadi approdate su un pianeta frammentato, in perenne conflitto. Per recuperare il senso di unità e armonia, depuriamo le parole dalla corruzione.
Krishnamurti è un maestro nel farci riflettere sul significato delle parole ipnotiche, guidandoci attraverso le sue domande a riscoprire il loro valore autentico. La verità ci rende liberi. E la scoperta della verità inizia quando cominciamo a utilizzare le parole in modo non corrotto.

Krishnamurti, La ricerca della felicità


Ieri sera mi domandai inevitabilmente che cosa fosse la bellezza. C’è una reazione immediata a ciò che è bello, e anche a ciò che è brutto, ossia la risposta del piacere o del dolore, e noi mettiamo quel sentimento in parole dicendo: «Questo è bello» oppure: «Questo è brutto». Ma quello che importa non è il piacere o il dolore; piuttosto è l’essere in comunione con ogni cosa, è la sensibilità sia al brutto che al bello.
Allora, che cos’è la bellezza? Questa è una delle domande fondamentali; non è una domanda superficiale, quindi non accantonatela subito. Capire che cos’è la bellezza, avere quel sentimento del bene che inizia quando la mente e il cuore sono in comunione con qualcosa di bello, senza nessun impaccio e in modo da sentirsi completamente a proprio agio: sicuramente ciò ha un gran significato per la vita, e se non conosciamo queste reazioni alla bellezza le nostre vite saranno completamente superficiali. Si può essere circondati da grande bellezza, dalle montagne, dai campi, dai fiumi, ma se non si è vitali di fronte a tutto ciò è proprio come se si fosse morti.
Voi, ragazze e ragazzi e adulti, fatevi soltanto questa domanda: che cos’è la bellezza? Pulizia, ordine nei vestiti, un bel sorriso, un gesto aggraziato, il ritmo della camminata, un fiore nei capelli, buone maniere, chiarezza nel parlare, sollecitudine, essere ben considerati dagli altri, puntualità… Tutto ciò fa parte della bellezza; ma questa è solo la superficie. Ed è tutto riguardo alla bellezza o c’è qualcosa di molto più profondo?
C’è la bellezza della forma, la bellezza del disegno, la bellezza della vita. Avete mai osservato la bella forma di un albero quando il suo fogliame è rigoglioso, o la straordinaria delicatezza di un albero spoglio che si staglia contro il cielo? Simili cose sono belle da contemplare. Ma sono tutte espressioni superficiali di qualcosa di molto più profondo. Allora che cos’è quel che chiamiamo bellezza?
Potete avere un bel viso, belle fattezze, potete vestirvi con buon gusto e avere maniere raffinate, potete dipingere bene o scrivere sulla bellezza del paesaggio, ma senza quel sentimento interiore del bene tutti gli annessi e connessi della bellezza conducono a una vita molto superficiale e sofisticata, a una vita senza gran significato.
Perciò dobbiamo scoprire che cos’è realmente la bellezza, non è vero? Fate attenzione, non sto dicendo che dovremmo evitare le espressioni esteriori della bellezza. Tutti dobbiamo avere buone maniere, dobbiamo essere puliti e vestire con gusto, senza ostentazione, dobbiamo essere puntuali, chiari nel nostro parlare, e tutto il resto. Questi elementi sono necessari e creano una piacevole atmosfera; ma in se stessi non hanno grande significato.
E che cos’è questa bellezza interiore senza la quale la vita è così superficiale? Ci avete mai pensato? Probabilmente no. Siete troppo occupati, le vostre menti sono troppo prese dallo studio, dal gioco, dal parlare, dal ridere e dallo stuzzicarvi gli uni con gli altri. Ma aiutarvi a scoprire che cos’è la bellezza interiore, senza la quale la forma esteriore e il movimento hanno pochissimo significato, è una delle funzioni della corretta educazione; e il profondo apprezzamento della bellezza è una parte essenziale della vostra vita.
Una mente superficiale può apprezzare la bellezza? Può parlare di bellezza; ma può sperimentare lo sgorgare di questa immensa gioia guardando qualcosa che è davvero bello?
Quando la mente si interessa soltanto a se stessa e alle proprie attività, non è bella; qualunque cosa faccia rimane brutta, limitata, e quindi è incapace di sapere che cosa sia la bellezza.
Invece una mente che non si interessa a se stessa, che è libera dall’ambizione, una mente che non è imprigionata nei propri desideri né spinta dalla ricerca del successo, una simile mente non è superficiale e fiorisce nel bene.
Capite?
È questa bontà interiore
che conferisce bellezza,
persino a una cosiddetta brutta faccia.
Quando c’è la bontà interiore la brutta faccia si trasforma, perché la bontà interiore è davvero un sentimento profondamente religioso.
Sapete che cosa significa essere religiosi? Non ha nulla a che vedere con le campane dei templi, anche se da lontano hanno un bel suono, né con le puja indù e nemmeno con le cerimonie dei preti e tutti gli altri insensati ritualistic. 
Il vostro intero essere – corpo, mente e cuore – è sensibile alla bellezza e alla bruttezza, all’asino legato a un palo, alla povertà e al sudiciume della città, alle risate e alle lacrime, a ogni cosa intorno a voi.
Da questa sensibilità per l’intera esistenza scaturiscono la bontà e l’amore.
Senza questa sensibilità non c’è bellezza, anche se potete avere talento, essere vestiti molto bene, guidare un’automobile costosa ed essere scrupolosamente puliti.
L’amore è qualcosa di straordinario. Non potete amare se state pensando a voi stessi – e questo non vuol dire che dovete pensare a qualcun altro.
L’amore è, non ha oggetto.
La mente che ama è realmente una mente religiosa perché sta all’interno del movimento della realtà, della verità, di Dio, ed è solo una simile mente quella che può sapere che cosa sia la bellezza.
La mente che non è prigioniera di alcuna filosofia, che non è rinchiusa in nessun sistema o fede, che non è spinta dalle proprie ambizioni e perciò è sensibile, attenta, osservatrice, essa possiede la bellezza.
È importantissimo che impariate da giovani a essere ordinati e puliti, a stare seduti come si deve senza fare movimenti irrequieti, ad avere buone maniere a tavola e a essere riguardosi e puntuali; ma tutte queste cose, per quanto necessarie, sono superficiali, e se coltivate soltanto ciò che è superficiale senza comprendere ciò che è più profondo non conoscerete mai il vero significato della bellezza.
Una mente che non appartiene a nessuna nazione, gruppo o società, che non guarda a nessuna autorità, che non è motivata dall’ambizione o dominata dalla paura, una simile mente fiorisce sempre nell’amore e nella bontà.
Poiché sta nel movimento della realtà, essa sa che cos’è la bellezza; sensibile sia al brutto che al bello, è una mente creativa, dotata di una comprensione illimitata
Bellezza, amore. Due parole spesso associate.
C’è una convinzione diffusa che la prima sia un prerequisito della seconda: senza bellezza, non ci può essere amore.
Molti giovani oggi credono in questa equivalenza. E’ un fatto culturale: pubblicità, TV, veline, top model ecc. E molti soffrono perché temono di esser tagliati fuori.
Torniamo alle domande che pone Krishnamurti: di quale bellezza stiamo parlando? Di quale amore?
Domanda: Qual è il motivo per il quale, dalla nascita alla morte, le persone vogliono sempre essere amate e perché se ciò non accade esse non mostrano la stessa sicurezza in se stessi dei loro simili?
Pensate davvero che i loro simili siano così sicuri di sé? Possono anche camminare impettiti, darsi delle arie, ma scoprirete che dietro l’apparenza di sicurezza molte persone sono vuote, banali, mediocri, e non sono realmente sicure di sé.
E perché desideriamo essere amati? Non desiderate forse essere amati dai vostri genitori, dai vostri insegnanti, dai vostri amici? E, se siete adulti, volete essere amati da vostra moglie, da vostro marito, dai vostri figli o dal vostro guru. Qual è la ragione di questa costante brama d’amore? Ascoltate attentamente.


Volete essere amati perché non amate;
ma nel momento stesso in cui amate,
è tutto finito: non vi preoccupate più
di sapere se qualcuno vi ama.


Finché chiedete di essere amati, non ci sarà amore in voi; senza amore siete inguardabili, imbruttiti, e per quale ragione dovreste essere amati?
Senza amore siete una cosa morta.
Quando una cosa morta chiede amore è pur sempre morta.
D’altra parte, se il vostro cuore trabocca d’amore, non chiederete mai di essere amati, né porgerete mai il vostro cappello di mendicante d’amore perché qualcuno vi faccia l’elemosina.
Soltanto chi è vuoto chiede di essere riempito e un cuore vuoto non potrà mai essere riempito correndo dietro a un guru o cercando amore in cento altri modi.

L'armonia dei conflitti

Cari lettori e lettrici,
vorrei condividere con voi questa riflessione che e' sorta nel corso della settimana che sto spendendo. Parlo di conflitti.
A chi non capita di entrare in conflitto con qualcuno? Le incomprensioni sono all’ordine del giorno, poco importa se alla base vi siano futili motivi o questioni di valore. Il risultato non cambia: gli istinti emotivi, specie se sotto stress, finiscono con il prendere il sopravvento e addio lucidità.
Le forti emozioni sono sia la causa che il risultato del conflitto. Una situazione conflittuale può far
nascere nelle persone una serie di emozioni forti che molto spesso possono essere negative, come la paura e la sfiducia. Di frequente, tutte queste sensazioni nascondono la vera questione della quale si sta discutendo. Le emozioni sono irrazionali e devono quindi essere incanalate per risolvere il conflitto in modo armonioso. 

Per controllare gli stati emotivi, il primo passo è imparare a conoscere le emozioni (proprie e altrui) e a gestirle in modo sano e costruttivo. Il conflitto è fisiologico e non va necessariamente evitato, ma piuttosto riconosciuto e gestito. Scaturisce generalmente da un evento, magari una frase detta o ascoltata, cui segue un’interpretazione spesso e volentieri errata, influenzata dal nostro vissuto personale.
Tutto ciò determina una molteplicità di reazioni: una emotiva, una fisica e infine una comportamentale. All’innescarsi del conflitto, l’atteggiamento nei confronti del nostro interlocutore cambierà e determinerà a lungo termine un effetto sull’intera relazione.




Ecco alcune azioni positive finalizzate alla conquista e al mantenimento del controllo emotivo, così da non cedere a rabbia e altri sentimenti negativi:

1. Chiamate l’emozione con il suo vero nome
Se sentite affiorare la rabbia, fermatevi e pensate a quale emozione state provando realmente. Chiamate
l’emozione con il suo vero nome, fate sì che la rabbia non la sostituisca.

2. Siate imparziali

Le azioni positive sono volte ad incanalare la frustrazione e le problematiche nel modo giusto, evitando di giudicare o condannare l’altra persona. 


3. Esprimetevi in modo chiaro e diretto

Niente giochi, dissimulazioni o manipolazioni. Comunicate in modo onesto e diretto. Provate ad utilizzare delle metafore per descrivere e far comprendere all’altra persona le emozioni che state provando. 


4. Non incolpate né attaccate l’altra persona
Non c’è ragione di trasformare la nostra rabbia in un attacco all’altra persona. Parlate in prima persona per assicurarvi di non incolpare o attaccare il vostro interlocutore.

5. Ricordate: non sono gli altri a scatenare i nostri sentimenti.
Il comportamento degli altri può influire sui nostri sentimenti, ma non è l’altra persona a scatenarli direttamente. Se stiamo per dire: “mi fai arrabbiare”, fermiamoci e pensiamo a cosa determina tale stato d'animo.
Queste piccole azioni aiuteranno ad incanalare gli aspetti emotivi insiti in situazioni conflittuali e ad appianare la divergenza di vedute in modo professionale e senza stress negativo. Come diceva Dale Carnegie: “Quando avete a che fare con le persone, ricordate che queste sono creature figlie non della logica, bensì delle emozioni”.