mercoledì 7 maggio 2014

Cos'è il PH?

Il pH è un indicatore di acidità o basicità di una soluzione, ossia una  scala della concentrazione di molecole di Idrogeno (H) rintracciabili in tutti i composti organici: dalle acque ai vegetali, agli alimenti fino al nostro corpo.

Il pH si misura con una scala convenzionale di valori che va da 1 a 14.

Si considerano acide tutti quei composti o sostanze con pH dal 7 in giù, come ad esempio il succo di limone, l'aceto, i succhi gastrici del corpo umano, molti tipi di frutta.

I valori di pH dal 7 al 14 indicano invece valori basici o alcalini.

Una sostanza si definisce neutra se il suo pH è 7.

La scala pH è una scala logaritmica, quindi il variare anche di una sola unità pH comporta un decuplicarsi della concentrazione di ioni di idrogeno. Ad esempio pH 6 significa essere dieci volte più acidi di pH 7.


Il corpo umano è molto sensibile anche a minime variazioni di pH.

Il plasma sanguigno, ad esempio, ha un pH che va da 7,2 a 7,45.

Se dovesse scendere ad un valore pari a 6,9 le conseguenze potrebbero essere il coma o addirittura la morte. Ecco perché tutti i sistemi del nostro organismo sono secondari, per importanza, al sistema di equilibrio del pH.

Il corpo può bloccare la digestione, alterare la temperatura, rubare calcio alle ossa, saccheggiare il pancreas, solo per mantenere adeguati tamponi di alcalinità utili per bilanciare l’eccesso di acido a cui siamo noi stessi ci assoggettiamo con diete e stili di vita errati, lo stress, ecc.

Non esiste un valore pH ideale per il corpo umano. Tutti gli organi e i fluidi corporei sono diversamente “specializzati” e necessitano di un valore pH diverso per poter adempiere agevolmente ai propri compiti.
Anche gli enzimi (proteine che accelerano le reazioni biochimiche) necessitano di diversi valori pH a seconda della parte del corpo in cui agiscono. Per esempio, gli enzimi nello stomaco hanno bisogno di un valore pH acido, mentre quelli nell’intestino tenue di un valore pH basico.
L’equilibrio acido-base determina la funzionalità dei sistemi biologici, facilitandone od ostacolandone le reazioni, è condizione fondamentale e parte integrante degli scambi biochimici dell’organismo, i quali avvengono soltanto in una zona limitata del pH, al di fuori dalla quale qualsiasi forma di vita può scomparire.
Il corpo tende a mantenere il pH dei fluidi vitali critici a 7,4, cioè debolmente alcalino. Se il pH è più acido, i tessuti non riescono ad utilizzare efficientemente l’ossigeno e di conseguenza, oltre ad altri problemi, producono radicali liberi in eccesso.

E’ fondamentale capire comunque che non stiamo parlando del pH acido di stomaco, urina o saliva, bensì del pH dei tessuti corporei e dei fluidi vitali, perché sono due cose molto diverse.
A pH alcalino si svolge il metabolismo aerobico, in cui l’ossigeno viene utilizzato per trasformare il glucosio in energia attraverso la respirazione ossidativa. E’ importante ricordare che non è l’ossigeno a rendere alcalino l’ambiente: l’ossigeno è la sostanza che viene utilizzata in ambiente aerobico per le reazioni biochimiche che ci mantengono in vita. 
Ci sono però sostanze che mantengono il pH al valore desiderato, che prendono il nome di sistemi tampone:

-          fluidi extracellulari, costituiti di gas e acqua;

-          fluidi intracellulari che contengono minerali come calcio, magnesio, potassio, sodio, cloro e fosfati. Questi sono i sistemi tampone principali utilizzati dall’organismo per mantenere l’alcalinità.

La diversa concentrazione dei sali minerali provoca lo svilupparsi di un ambiente acido o alcalino. Il corpo però non produce minerali, dobbiamo perciò introdurli con l’alimentazione.

I minerali che introduciamo con il cibo sono nella loro forma organica e quindi sono utilizzabili dal nostro corpo.

pH acido invece prevale il metabolismo anaerobico, attraverso la fermentazione, che è un processo poco efficiente per produrre energia (ossia, a parità di glucosio consumato la fermentazione produce molta meno energia rispetto alla respirazione ossidativa). Ciò spiegherebbe l’intenso desiderio di zuccheri che si prova quando l’acidità dei fluidi corporei è elevata, che invece è poco presente quando il pH è più alcalino.

La carenza di ossigeno porta a morte cellulare e l’eccesso di acidità, noto comeacidosi, è considerato da molti medici la causa prima di molte malattie.

I prodotti della fermentazione, uno dei quali è l’acido lattico, danneggiano le membrane cellulari, causando dolore e stimolando disordini infiammatori, perciò il corpo cerca di eliminarli.

E’ da notare che cellule con metabolismo anaerobio, come lieviti, funghi, muffe, batteri e diversi parassiti vivono normalmente in ambiente acido in assenza di ossigeno. Dal momento che questi anaerobi proliferano anche in individui con acidosi, è facile concludere che molte malattie croniche (portate appunto da lieviti, funghi, muffe, batteri e parassiti) sono il risultato di questa coesistenza. Questi organismi anaerobi non sono in grado di sopravvivere in ambiente alcalino, ecco perchè è essenziale riuscire a mantenere l’alcalinità dei fluidi corporei.

Nel campo della nutrizione e della salute, la conquista e la conservazione dell’equilibrio è oggi uno dei problemi più importanti.
Mangiar sano vuol dire sforzarsi di raggiungere l’equilibrio fra gli opposti (acido/base, espansivo/contrattivo, riscaldante/raffreddante).
Anche il cibo segue questa dinamica: ci acidifica o alcalinizza, ci espande o ci contrae, ci riscalda o ci raffredda.
Nell’attuale nostra condizione socio-ambientale la maggior parte delle persone presenta una condizione di costante acidosi che  a lungo andare sfocia in malattie

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