giovedì 24 dicembre 2015

IBM, un data center da 50 milioni per il Cloud italiano

Cari lettori e lettrici,
vi comunico che presto farò parte di un gruppo in IBM. E' un onore per me in quanto la suddetta azienda è arrivata ad investire circo 40 milioni di Euro al fine di stabilire un DataCenter per le aziende.
Un fondamentale annuncio per il mercato Cloud italiano è arrivato da IBM, che con un apposito evento a Milano ha inaugurato ufficialmente un nuovo Data Center nel milanese (precisamente nei territori dei Comuni di Cornaredo e Settimo Milanese) nel quale sono stati investiti 50 milioni di dollari.
La nuova struttura, spiega IBM, si basa sulle infrastrutture di SoftLayer (acquisita nel 2013 e ora divisione IBM), ha una capacità di 11mila server, una potenza di 2,8 megawatt, e nel complesso caratteristiche tecniche al vertice della categoria, e fa parte di una rete mondiale di 40 centri gemelli. Rete in cui IBM nel solo 2014 ha investito 1,2 miliardi di dollari, e che in Europa comprende centri analoghi a Londra, Parigi, Francoforte, Amsterdam e Almere (Olanda).
«IBM è in Italia da 90 anni e l’investimento finanziario e tecnologico in questa nuova struttura – ha detto Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di IBM Italia - rappresenta l’impegno di una multinazionale che ha fiducia nelle potenzialità del Paese, e che vuole favorirne l’innovazione attraverso l’aggregazione di un intero ecosistema».




                                         Visuale del DataCenter dall'interno e dall'esterno


«C'è stato un grande sforzo per convincere la casa madre a puntare sull'Italia – anticipando la costruzione di questo Data Center, inizialmente programmata per il 2018 - e ad assumere quindi 400 neolaureati: abbiamo realizzato il campus in sei mesi». Il progetto della struttura, che è certificata "Tier IV", è partita subito dopo l'acquisizione di Cross Ideas, specialista romana di data security.
IBM considera il nuovo Data Center come una risposta ai segni di grande vitalità del mercato Cloud italiano, evidenziati dal report 2014 dell’Osservatorio Cloud & ICT As a Service del Politecnico di Milano (tra pochi giorni, il 30 giugno, è prevista la presentazione del report 2015), secondo il quale l’anno scorso la spesa totale di aziende e organizzazioni italiane in servizi di Public Cloud e infrastrutture “Cloud enabling” è stata di 1,18 miliardi di euro, con una crescita annua di oltre il 30%.
Un trend che IBM dal suo punto di vista conferma e riconduce al successo dell’approccio “hybrid cloud”, ha detto Maurizio Ragusa, Cloud Director di IBM Italia: «Una formula, quella ibrida, che permette alle aziende pubbliche e private di proteggere gli investimenti pregressi, continuando a gestire le proprie infrastrutture in integrazione con quanto ormai nasce nel cloud: proprio come si trattasse di un unico ambiente, da cui ottenere flessibilità di utilizzo rispettando sicurezza e qualità del servizio».
Gli utenti dell’infrastruttura cloud SoftLayer, ha precisato Ragusa - avranno accesso a un’ampia rete di data center, un vero “campus globale” ramificato in tutti i continenti e interconnesso a 40 Gbps. IBM ha evidenziato con alcuni numeri il proprio impegno nel mercato Cloud: 1560 brevetti sui 7534 con i quali l’azienda ha stabilito il record 2014 per il 22° anno consecutivo, 30mila clienti - comprese 47 delle prime 50 aziende della classifica Fortune 500 -, 7 miliardi di dollari di fatturato nel 2014 (con una crescita del 75% nel primo trimestre 2015), e 4 miliardi di dollari già investiti quest’anno nelle aree strategiche che, oltre al Cloud, comprendono analytics, mobile, social e sicurezza.


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